318. Si approssimano le feste.

Il pensiero della settimana 318 

 

Incombe il periodo delle feste. Già da molti giorni se ne vedono gli appariscenti  segni lungo le strade. Tramontate le luminarie multicolori, negli addobbi prevalgono luci appuntite e gelate. Comunicano freddo, quando molti  cercano un po’ di calore per consegnare le loro vite alla culla del senso. 

Se  ascoltiamo le voci per la strada, sui treni o in altri luoghi pubblici, la domanda più consueta è su come e dove si passerà il capodanno. Gli altri giorni sono messi in secondo piano. Da epoche ormai lontane ci giungono, però, altre rappresentazioni simboliche e riassuntive delle feste. Una di esse partì dalla fine; vale a dire dall’Epifania «che tutte le feste si porta via». Lo fece con più scopi: ripercorrere a ritroso tutto il periodo natalizio, mettere in luce il fatto che in quel periodo si ricordano anche avvenimenti drammatici; attualizzare, nel vissuto, qualcosa di quegli antichi eventi.

Verso la fine del Quattrocento Giovanni Tesori, priore del fiorentino Spedale degli Innocenti, commissionò a Domenico Ghirlandaio un’Adorazione dei Magi. Alcune caratteristiche salienti della rappresentazione si trovano in  particolari collegati in modo diretto all’istituzione che l’ha commissionata La capanna che accoglie il bambino è una struttura aperta, dietro di essa si sta erigendo un muretto di mattoni: a compiere l’opera sono due commessi laici dello Spedale; i Magi sono a loro volta seguiti da un corteo di dignitari dell’Arte della seta; in primo piano è raffigurato un ‘anacronistico’ Giovanni Battista già adulto rivestito di pelli di cammello. Il santo, patrono della città, evidenzia la ‘fiorentinità’ dell’istituzione. La pala, gremita di personaggi, ha come sfondo un placido paesaggio. In essa non mancano raffigurazioni drammatiche: vi è rappresentata infatti la strage degli Innocenti. Si scorge un gruppo di madri che fuggono disperate portando in braccio le proprie creature; alcuni bimbi sono già caduti a terra: su tutti loro incombe la  minaccia di spade sguainate. Due di questi piccoli, uccisi e santificati, sono posti, adoranti, in primo piano: uno affianca il Battista, l’altro è collocato in mezzo ai tre Magi. Alcuni richiami natalizi, in alto gli angeli che cantano «Gloria in excelsis Deo», e in fondo a destra l’angelo che nella notte chiama i pastori, inseriscono nel quadro  riferimenti a tutto il periodo che va dal Natale all’Epifania. Tuttavia, la scelta di porre in evidenza questi due bimbi dalle vesti finissime, in cui le tracce del sangue sui loro corpi sembrano quasi raddoppiare i bottoni di corallo dei loro abiti, più che un’allusione  liturgica appare piuttosto additare la centralità dell’istituzione loro dedicata.

Tra i tanti personaggi, antichi e moderni, presenti in questa manifestazione del bambino Gesù sono i piccoli uccisi a essere i più simili al loro Signore. Gli Innocenti (ancor prima di S. Stefano) sono i veri protomartiri. Rispetto alla celebrazione liturgica si tratta di una collocazione posticipata dal 28 dicembre al 6 gennaio; se confrontata con la narrazione evangelica si è invece di fronte a un anticipo: la strage non poteva essere contemporanea alla visita dei Magi visto che ne fu una conseguenza diretta (cfr. Mt 2,13-18). Eppure, nonostante la duplice sfasatura, percepiamo che l’ambientazione è giusta. L’evento che conseguì dall’adorazione ne diviene il cuore: gli Innocenti offrono la loro vita, un dono ben più prezioso dell’oro, dell’incenso e della mirra.

Non c’è solo il martirio e l’ulteriorità di Dio; vi è anche il presente e l’esigenza di proteggere gli indifesi. Dietro la capanna i commessi dello Spedale stanno costruendo un muro. È facile scorgervi il simbolo di un edificio destinato ad accogliere i piccoli abbandonati. L’istituzione doveva proteggerli dalla violenza degli uomini e delle convenzioni. Nella nostra società è ancora percepibile un legame tra Natale e infanzia. Il più delle volte esso è declinato in modo sentimentale; tuttavia quanto occorre fare è piuttosto  altro: costruire muri, non tanto di  difesa, quanto di accoglienza.

         Piero Stefani

318. Si approssimano le feste.ultima modifica: 2010-12-11T08:55:00+01:00da piero-stefani
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