La cattedra dei credenti

Pensiero 664

La cattedra dei credenti

 

Tra 1987 e il 2002 il card. Carlo Maria Martini promosse a Milano  cicli di incontri intitolato la «Cattedra dei non credenti». L’iniziativa ebbe un’ampia eco e fu ripresa in vari altri luoghi. Negli ultimi anni, questo modello di dialogo sembra  aver perso  la sua “forza propulsiva”. Gli scenari sono mutati. Forse aveva ragione il teologo Johann-Baptist Metz quando, verso la fine della sua vita (è morto nel 2019), scrisse: «In un’atmosfera benigna per le religioni, viviamo in una sorta di crisi di Dio dalla forma religiosa. Il motto recita: religione sì, Dio no, in cui questo no non è a sua volta pensato nel senso dei grandi ateismi. La controversia sulla trascendenza sembra chiusa, l’aldilà ha definitivamente finito di ardere».

L’ascolto dell’“altro” rimane comunque un’istanza urgente e qualificante. Tuttavia l’“altro” si identifica sempre più con chi ci è esteriormente vicino. Ciò vale nella società, nella famiglia, ma anche nella Chiesa. In realtà quando c’è ascolto reciproco, l’ “altro” cessa di essere tale per diventare prossimo.

Oggi, anche a motivo di questo “altro” interecclesiale, appare significativo prospettare, in base al sacerdozio comune dei fedeli caro al Vaticano II, una «Cattedra dei credenti». Non vi è autentica comunità senza comunicazione reciproca. Nella comunità di fede un vero ascolto implica una forma di insegnamento scambievole. Ciò non comporta, è ovvio, negare i compiti specifici del sacerdozio ordinato. Accanto a esso occorre però suscitare occasioni in cui tanto i consacrati quanto i laici prendano la parola e si aprano all’ascolto reciproco in nome del sacerdozio comune. A loro spetta la parola in quanto battezzati e non già perché membri di un insieme più ristretto, sia esso presbiterale, consacrato o espressione di un associazionismo laicale. Rispetto ai fedeli laici va poi ribadito che è tramontato il tempo di dar luogo a forme organizzative volte ad aggiungere l’aggettivo cristiano ai vari settori professionali. La “cattedra dei credenti” perderebbe il suo significato se fosse solo ad appannaggio dei laiche e laici. Si è cominciato così, ma ci si augura di riuscire, in futuro, a dare voce  anche a presbiteri e consacrati di ambo i sessi.

Le esperienze e le riflessioni di donne e uomini che pongono la fede a fondamento della loro scelte di vita testimoniano l’impegno a coniugare le istanze della quotidianità con gli orizzonti di senso suscitati dal rapporto con Dio. Nel primo ciclo si affronteranno i temi della vita, della parola e della giustizia; ogni appuntamento vedrà la presenza di una coppia di relatori contraddistinti da competenze ed esperienze specifiche. Vivendo in prima persona l’argomento loro affidato, i relatori potranno offrire uno sguardo “di fede” vagliato dallo studio e dall’incontro con realtà concrete, con l’augurio che questa modalità possa risultare arricchente all’interno del contesto tanto ecclesiale quanto civile e sia un contributo in grado di suscitare riflessioni e dialoghi di cui la nostra società ha un evidente bisogno.   (Voce di Ferrara-Comacchio  4 marzo 2022, p. 8)

 

Vita parola giustizia

Ferrara Casa Giorgio Cini

via Boccacanale Santo Stefano, 24

 

giovedì 10 marzo, ore 20,45

  1. 1. Vita

Fortunato Vesce, ginecologo

Magda Iazzetta, dirigente scolastico

 

giovedì 17 marzo, ore 20,45

  1. Parola

Silvia Zanconato, biblista e docente IRC

Domenico Segna,  saggista e poeta

 

giovedì 24 marzo, ore 20,45

  1. Giustizia

Giuliano Sansonetti, filosofo

Tiziano Tagliani, avvocato, ex sindaco di Ferrara

 

Per l’accesso consentito con green pass. Collegamento in diretta pagina Youtube dell’Ufficio Comunicazioni della diocesi di Ferrara-Comacchio.

La cattedra dei credentiultima modifica: 2022-03-05T15:16:19+01:00da piero-stefani
Reposta per primo quest’articolo