18 – Saggio di traduzione di Isaia 57, 14-18 (28.03.04)

Il pensiero della settimana n. 18

 

 

Tradurre significa interpretare, cercare di cogliere il senso di parole che restano irrimediabilmente anche altro. Questo passo di Isaia è giocato  su più polarità: alto-basso; energia vitale e suo svuotamento, ira e compassione, colpa e forse pentimento, abbattimento e guarigione, pace e sua mancanza.  Arduo rendere tutto ciò.

 

 

 14 E dirà: Colmate, colmate, sgombrate la via, levate gli inciampi dalla via del mio popolo.

15 Poiché così dice chi è alto ed elevato, che abita l’eternità e il cui nome è santo: Dimoro nell’alto e nel santo, e sono con chi è a terra e  ha il  soffio vitale abbattuto, per  rianimare il soffio vitale degli abbattuti e far rivivere il cuore di chi è a terra.

16 Perché non farò una contesa per sempre, né sarò schiumante d’ira fino a quando dura il mio vigore: affinché non  scompaiano davanti a me il soffio vitale e i viventi che ho fatto.

17 Per l’iniquità della sua cupidigia ho schiumato d’ira e l’ho percosso: mi sono nascosto e  ho schiumato d’ira, ma egli camminò ritornando alla via del suo cuore.

18 Ho visto le sue vie, e lo guarirò, lo guiderò, darò la pace di consolazione  a lui  e a chi fa lutto per lui.

19 Ho creato il frutto delle labbra: Pace, pace al lontano e al vicino dice il Signore; lo guarirò.

20 Ma gli empi sono come  un mare agitato, che non può trovar quiete, le cui acque agitano melma e  fango

21 Non c’è pace, dice il mio Dio, per gli empi.

 

Note

57,14 «Colmate» cerca di rendere la radice sll che significa elevare, accumulare. Qui  non si devono abbattere ostacoli ma riempire buchi.

 «levate» verbo rum dà l’idea di  innalzare, di alto. Tutto il primo verso è dominato da questo  rendere agibile un percorso innalzando gli avvallamenti

57, 15 «santo» qadosh apparentato con «separato».

«è a terra» dakka’, contrito, fiaccato, umile,  ma anche polvere

«soffio vitale», ruach, vento, soffio, spirito. In questo caso sembra meglio optare per una resa prossima a una dimensione psicofisica. Modernamente:  «depresso».

Il secondo verso si connette al primo: chi è in alto si piega verso il basso per tirarlo su.

57,16 Il verbo riv  allude a una contesa, in genere a due.

«schiumante d’ira» radice qzf.  Qezef vuol dire ira, ma anche schiuma.

«fino a quando dura il mio vigore» lanezach. Nezach  vuol dire vigore e forza, oltre che eternità. Il vigore di Dio non cessa mai, la sua ira è potenzialmente infinita. Smette per volontà, non per spossatezza.

«scompaiono», la radice ‘tf ha anche il senso  di nascondere, coprire.

57,16 «Ho visto le sue vie…», il verso è ambiguo può essere inteso in senso penitenziale; oppure secondo uno stilema biblico in cui il «suo cuore» non è quello di Dio (cfr. Sal 14,1 «lo stolto dice nel suo cuore» o il Magnificat Lc 1,51; Sal 89,11) come segno di perdurare nella colpa. L’interpretazione del verso dipende dallo scioglimento dell’ambivalenza: Dio consola grazie al pentimento o lo fa nonostante  la mancanza di esso?

57,18 «darò la pace delle consolazioni» per esplicitare la radice shlm lì presente. Da intendersi «lo  reintegrerò con consolazioni»

57,19 «frutto» nov,  niv espressione rara. Frutto nel senso di provento, le labbra sono messe nelle condizioni di dire shalom.

Pace al lontano e al vicino: a colui che si è pentito e a chi non l’ha fatto? L’ambiguità non va dunque sciolta? Il verso conclusivo dice però che non c’è pace per l’empio. Pace significa rendere vicino il lontano?

Piero Stefani

18 – Saggio di traduzione di Isaia 57, 14-18 (28.03.04)ultima modifica: 2004-03-27T12:45:00+01:00da piero-stefani
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