73 – Il male coram Deo (03.07.05)

Il pensiero della settimana, n. 73

 

Nell’ambito del pensiero occidentale la presenza del male è diventata obiezione potente all’esistenza di Dio. All’interno di quest’area l’ipotesi che Dio non sia diviene  pensabile anche da parte dei credenti. Questo canone culturale fa sì che la risposta più autentica al problema dell’esistenza o dell’inesistenza di Dio stia nella capacità o nell’incapacità di pensare contemporaneamente a Dio e al male. Da un lato si propone una prova dell’inesistenza di Dio basata sulla presenza abnorme del negativo; mentre dall’altra vi è una risposta di fede stando alla quale è proprio la presenza di Dio che costringe a considerare il male compiutamente come tale. La replica della fede è in definitiva questa: il male è davvero tale solo coram Deo. Questa fede coglie il male come uno scandalo e un nemico. Affermando ciò  ci si trova sulla sponda  ben diversa da  quella in cui si situa il tentativo teologico che si pone, al solo fine di scagionarne Dio, la domanda: «se c’è Dio da dove il male?».

Questi sforzi hanno, non di rado, condotto a presentare un Dio così poco coinvolto con l’origine del male da rendere incomprensibile come Egli possa liberarcene. In altre parole per salvare Dio si è negato la forza del male. Vale a dire in luogo di risolvere il problema lo si è semplicemente dissolto. Si tratta di un gioco rischioso  perché apre il campo a un’inevitabile contromossa: quando il male è tale da non poter essere occultato la sua esistenza diviene ipso facto una obiezione all’esistenza di Dio. Nello stesso tempo questo modo di pensare ha reso sempre più arduo comprendere perché un Dio non responsabile del male abbia voluto, per salvare l’uomo, percorrere una via segnata in modo indelebile dallo svuotamento della kenosis abbassandosi fin dentro l’abisso della morte (cfr. Fil 2,7-8). Non appare quindi affatto un caso che nel pensiero contemporaneo chi ha a cuore l’idea dello svuotamento divino abbia spesso ripensato a fondo anche la presenza del male in Dio.

In questo contesto appare molto eloquente una quaestio della Summa Theologica intitolata «Se Dio esiste». L’arditezza intellettuale di Tommaso  risulta palese fin dal suo inizio. Egli non si tira indietro e considera l’obiezione sull’inesistenza di Dio quanto meno degna di  essere discussa.

 «Sembra che Dio non esista. E infatti: Se di due contrari uno è infinito, l’altro resta completamente distrutto. Ora, nel nome Dio si intende affermato un bene infinito. Dunque se Dio esiste non dovrebbe esserci più il male. Viceversa nel mondo c’è il male. Dunque Dio non esiste».

Il dubbio è preso sul serio, esso merita una risposta. Lo si fa chiamando in causa una grande auctoritas:

«Come dice Agostino: “Dio essendo sommamente buono non permetterebbe in nessun modo che nelle sue opere ci fosse del male, se non fosse tanto potente e buono da saper trarre il bene anche dal male”.  Sicché appartiene all’infinita bontà di Dio il permettere che vi siano dei mali per trarne dei beni».

Se si leggono questi passi in modo provvidenzialistico essi ben difficilmente sfuggirebbero all’insignificanza. Tuttavia osservati con più attenzione rivelano risvolti più duri e autentici. Basti notare che, in base a quanto da loro affermato,  finché non si ricava il bene, il  male è irrimediabilmente consegnato a essere tale. Si possono avanzare fondate riserve sul fatto che il male venga davvero annichilito quando dal suo vecchio seno scaturisce un supposto bene; non v’è invece incertezza alcuna che prima di ciò il suo squarcio resti aperto pure in base alla lettura agostiniano-tomistica. Quella proposta dai due grandi dottori cristiani è una risposta che si colloca nell’ambito pratico che non può venir risolta da alcun argomento di ordine solo teorico. La conclusione risulta particolarmente vera tenendo conto che la logica dell’argomentazione obbliga a sostenere che, in senso stretto, solo Dio può ricavare il bene dal male. Anzi si può affermare che il Signore è Dio proprio per questo. Soltanto lui può vincerlo, ma ciò fa sì che nel lungo lasso di tempo in cui il male opera nel mondo esso sia veramente tale. Finché non è sconfitto il male rimane di fronte a Dio.                                                                                                                                                                                       

 Piero Stefani

73 – Il male coram Deo (03.07.05)ultima modifica: 2005-07-02T09:40:00+02:00da piero-stefani
Reposta per primo quest’articolo