299 – Secondo la misura di Sodoma (20.06.06)

Il pensiero della settimana, n. 299 

 

I Pirqè Avot («Capitoli dei padri») sono una raccolta di detti di maestri ebrei redatta attorno alla metà del III sec. e.v. Contengono massime che risalgano a varie epoche, alcune delle quali sufficientemente antiche.  Quei detti si sono stratificati  nei secoli e sono stati citati e commentati fino a oggi. Nonostante questa lunga trafila, alcuni di essi mantengono tratti di enigmaticità. Rientra in quest’ambito la massima: «Ci sono quattro misure [vale a dire modi di comportamento] per l’uomo. Quel che dice il mio è il mio e il tuo è tuo. È la misura della spartizione. Ma c’è chi dice: è la misura di Sodoma. Il mio è tuo e il tuo è mio: un ignorante. Il mio è tuo e il tuo è tuo: un pio. Il mio è mio e il tuo è mio: un empio» ( 5,10).

La struttura a quattro è propria dei detti raggruppati in quella sezione. Essa, come i punti cardinali, indica tutte le principali dimensioni di riferimento. Molti aspetti della nostra massima si comprendono al volo. L’articolazione legata al possesso (o alla proprietà privata) è un principio ordinante. La confusione “comunistica” in cui non c’è distinzione tra mio e tuo è segno di ignoranza perché fa di ogni erba un fascio. Un sigillo di malvagità contraddistingue chi tiene stretti i suoi possessi, mentre si accaparra quelli  altrui. Chi conosce la distinzione ma non la fa pesare a proprio a favore, anzi la rende un servizio per gli altri senza chiedere il contraccambio, è un pio. Quanto resta più difficile da comprendere è il giudizio pesante riservato alla prima alternativa, quella che afferma la netta separazione tra il «mio» e il «tuo»: cosa  sta a fare il riferimento a Sodoma?

 Fermo restando che – come avviene per una qualsiasi corretta lettura del testo biblico –  l’omosessualità  rispetto a Sodoma non gioca alcun ruolo, resta da capire perché un invalicabile muro di divisione posto tra il «mio» e il «tuo» – senza generosità, ma anche senza palese soprafazione – meriti il paragone con la città simbolo per eccellenza di corruzione. Sembra, piuttosto, di essere di fronte a una convivenza ordinata in modo borghese; la stessa  che si riflette nella massima stando alla quale «la mia libertà finisce là dove comincia la tua». Quando ognuno è padrone a casa propria,  non nasce alcun conflitto.

L’aspetto ipocrita è già presente nel riferimento alla libertà; infatti  esso  finge l’esistenza di un’uguaglianza insistente sul piano reale: non tutti sono nelle condizioni di manifestare liberamente allo stesso modo le proprie potenzialità. L’ipocrisia diviene però ancora più scoperta nel caso dei possessi. Nulla sulla terra è spartito in modo così disuguale (bisognerebbe dire, iniquo) come la ricchezza (o la povertà, per guardarlo dall’altra parte). Affermare perciò: quel che mio è mio e quel che tuo è tuo, comporta sancire perpetuamente la disparità. Di nuovo pare di essere in una società borghese; ma  cosa c’entra Sodoma?

Per rispondere a questa domanda occorre aver presente che la colpa autentica degli abitanti di  Sodoma (cfr. Gen  19, 1-11) è stata quella contro l’ospitalità, vale a dire contro la modalità antichissima di rendere gli altri partecipi di quanto è proprio. La «misura di Sodoma» sta nel rifiuto di accogliere gli altri e di considerare inviolabile la loro dignità umana. «Quel che è mio e mio e quel che è tuo è tuo», in questi casi significa dire: «tornatevene a casa vostra» (senza chiedersi quale casa sia, ammesso che ce ne sia una). Un commento medievale ebraico, a proposito della «misura di Sodoma», evoca un passo del profeta Ezechiele: «Come i sodomiti, i quali non pretendevano nulla dagli altri uomini, ma non tolleravano che un povero potesse beneficiare delle loro ricchezze. Come sta scritto: “Ecco era questa l’iniquità di tua sorella Sodoma: orgoglio, sazietà di pane, prosperità tranquilla erano in lei e nelle sue figlie. Eppure non diede mai la mano al povero e all’indigente” (Ez 16,49)».

In questi ultimi anni,  il nome biblico di Gomorra è divenuto un simbolo di alcuni aspetti aberranti dell’Italia meridionale; dal canto suo  Sodoma  potrebbe svolgere  un ruolo analogo per indicare una forma mentis e un modo di comportarsi sempre più diffuso nell’Italia settentrionale.

Piero Stefani

299 – Secondo la misura di Sodoma (20.06.06)ultima modifica: 2010-06-19T09:05:00+02:00da piero-stefani
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