40 – Secolarizzazione della secolarizzazione (14.11.04)

Il pensiero della settimana n. 40

 

La tradizione cristiana si è ritrovata all’interno dei Dieci Comandamenti un nome specifico: «sabato». Parola che nasce da un etimo e da un racconto, quello della creazione (Gen 1, 1- 2,4) che non si possono rinvenire fuori dalla pagine bibliche. Il non uccidere, il non rubare, il non commettere adulterio, l’onore per i genitori o la «regola d’oro» si possono trovare da molte parti, il sabato invece sussiste solo nell’alveo della tradizione biblica. Perciò le società che lo conoscono strutturano il tempo su un ritmo che senza la Bibbia non sarebbe. Senza il sabato non sarebbe neppure la domenica. Non si scappa dall’alternativa: o, secondo il messaggio neotestamentario,  si considera la domenica «il primo giorno dopo il sabato», oppure impropriamente la si giudica  il «sabato cristiano». Nell’uno e nell’altro caso è vincolata al  giorno che la precede in modo assai diverso da quello in cui il martedì lo è al lunedì, o il giovedì al mercoledì: non si tratta di semplice successione temporale,  bensì di una realtà  profondamente  legata alla definizione stessa della giornata.

Lungo i secoli cristiani la soluzione quantitativamente vincente è stata  di pensare alla domenica come sabato cristiano, vale a dire di fondarne la scadenza e l’obbligo assai più sui Dieci Comandamenti che sulla celebrazione del Risorto. Questo processo ha portato, come si è soliti dire, a sabbatizzare la domenica e a definirla attraverso la proibizione dei «lavori servili». Si tratta di un’opzione  fatta propria, in maniera a loro modo coerente, dalle Chiese cristiane che  hanno qualificato se stesse nuovo Israele in quanto sostituivano il vecchio. La domenica, da primo giorno della settimana, diviene perciò di fatto l’ultimo: il tempo del riposo è per definizione posto dopo il lavoro («per sei giorni lavorerai…»). Le radici culturali del week end si trovano qui. Senza un processo che ha condotto a  ritenere la domenica ultimo giorno della settimana l’espressione non sarebbe mai sorta.

La cultura del «fine settimana» ha radici bibliche, ma nessuno la riterrebbe per questo semplice fatto un valore biblico. Anzi le Chiese trovano ormai in essa un ostacolo al mantenere il senso della domenica. Nell’epoca del week end gli appelli alla riscoperta del senso della domenica (un giorno osservato ormai da quasi venti secoli) sono sempre più paragonabili alle grida manzoniane. Non resta allora che  ripiegare sulla pastorale del turismo. Questa battaglia combattuta oggi sembra però ormai essere di ieri. Il  week end è secolarizzazione  del tempo biblico, tuttavia anch’esso è stato ormai a sua volta secolarizzato. Il tempo frammentato di molte  attività economiche, i turni di lavoro e di riposo sparsi su tutta la settimana, il tempo continuo dei mass media e di internet che non conosce giorno o notte, sabato o domenica, sono in proposito testimonianze inconfutabili.

Una prova evidente la si trova nel destino a cui va incontro una delle massime  religioni secolari: il calcio. Fino a tre decenni fa o giù di lì, messa e partita erano le due certezze di ogni domenica. Per questo molti le ritenevano più che compatibili addirittura complementari non meno di quanto  Peppone lo fosse a  don Camillo. Poi il giocattolo si è rotto. Il «calcio impresa», al pari dei capitalisti dell’Ottocento, non tollera che la macchina si fermi.  I campi di calcio sono così divenuti paragonabili  ad altiforni: non possono cessare (sabato da shavat «cessare»). Ciò ha portato a far sì che le partite non si attenessero più al ritmo settimanale e neppure a quello infrasettimanale. La secolare settimana calcistica si è a sua volta secolarizzata. La domenica non trova più sostegno neppure nella partita.

La convezione europea che discuteva sull’opportunità di inserire il riferimento alle radici giudaico-cristiane nella costituzione e sospendeva i propri lavori il sabato e la domenica era de facto ancora nell’alveo della eredità biblica; i tifosi invece hanno ormai saltato anche questo fosso.

Piero Stefani

 

40 – Secolarizzazione della secolarizzazione (14.11.04)ultima modifica: 2004-11-13T10:15:00+01:00da piero-stefani
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