La quarantena del popolo di Dio

Pensiero 632
La quarantena del popolo di Dio

        Se ritorno sul tema della sospensione della celebrazione eucaristica non è perché lo giudichi, in questo momento di prova, l’argomento più importante, sarebbe sciocco e miope sostenerlo. Lo faccio perché la Chiesa cattolica italiana dimostra di non esserne all’altezza di questo tempo e ciò va detto anche in re e non solo post rem. Questo stato di cose lascerà strascichi nel futuro; la già declinante storia della fede nel nostro Paese ne uscirà ulteriormente impoverita.
Tra le poche eccezioni vi è una lettera di Mons. Mariano Crociata vescovo di Latina. In essa tra l’altro si legge: «La nostra esperienza cristiana non è esentata dalle conseguenze di quanto stiamo vivendo. Anche la fede vive di contatto e di incontro, vive grazie ai sensi, che ci fanno udire, vedere, odorare, palpare, gustare.
Il momento più alto per la nostra fede è un momento di contatto per eccellenza – culmine e fonte –, l’evento celebrativo in cui si mangia e si beve, si gusta e si assimila il corpo del Signore, dopo averne ascoltata la Parola, per diventare una cosa sola con lui e tra di noi: riceviamo il suo corpo (eucaristico) per diventare suo corpo (ecclesiale).
Nell’eucaristia celebrata e ricevuta attuiamo il memoriale della Pasqua e si rinnova per noi il mistero pasquale di morte e di risurrezione di Gesù come dono d’amore che si trasforma in vita eterna. Nel sacramento dell’altare riceviamo il cibo divino che ci dà la forza per camminare nella vita e crescere sia nell’unità e nella comunione tra di noi sia nella capacità di dono e di servizio ai fratelli; in esso pregustiamo il banchetto eterno alla cui mensa speriamo di sederci nella pienezza di comunione della Trinità divina».
La privazione dell’eucaristia, che non avevamo mai conosciuto qui in Italia anche se è la condizione abituale per molte popolazioni (per esempio in Amazzonia), è avvertita con dolore dai fedeli. Ma «anche questo è un tempo di Dio, un tempo che Dio ci dà per ascoltarlo e seguirlo. Sarà un tempo privo ma non per questo necessariamente vuoto: un tempo privo dell’Eucaristia deve diventare ancora di più un tempo pieno di Dio, a cominciare dal desiderio che, in questa assenza di eucaristia, si fa ancora più forte.».
Sono parole che, pur non usando, l’immagine biblica della «vedovanza» vanno in quella direzione. In seguito nella sua lettera Mons. Crociata aggiunge: «Far conoscere l’ora in cui il parroco celebra può essere l’occasione per invitare a mettersi in preghiera alla stessa ora nelle proprie case, per alimentare quel bisogno di Eucaristia che, frustrato in questo tempo, prepara una celebrazione tanto più vera quanto più ardentemente attesa e desiderata».
Proprio la serietà complessiva delle parole di Mons. Crociata invita ad avanzare una questione che, dato il livello del suo messaggio, sarebbe inutile porre al card. Bassetti (presidente della CEI) a proposito del suo scritto rivolto solo ai sacerdoti.
La domanda inevitabile è chiedersi se questo modo di celebrare riservato soltanto ai presbiteri o, al più, a piccoli gruppi di persone consacrate (in genere suore), non sia, de facto, una modalità preconciliare di «dir messa». Sul piano pratico non si sta forse riproponendo una netta divisione all’interno del popolo di Dio in cui il «sacerdozio ordinato» può fare a meno del «sacerdozio universale dei fedeli»? Perché non rinunciare alle celebrazioni delle non necessarie messe feriali per concentrarsi solo sulla liturgia delle ore condivisibile, in diretta, anche dai laici? Da Santa Marta non si potrebbero trasmettere quotidianamente unicamente le Lodi mattutine? Con questa mancata rinuncia alle celebrazioni eucaristiche quotidiane non si sta forse ribadendo una forma contemporanea di privilegio clericale? Dopo il digiuno settimanale, la domenica “dell’eucaristia più desiderata” sarebbe vissuta da tutti come una presenza-assenza autentica, non surrogabile attraverso lo streaming o gli schermi televisivi. La riscoperta dell’eucaristia e della domenica sono due sorelle inseparabili.

Piero Stefani

La quarantena del popolo di Dioultima modifica: 2020-03-17T15:12:05+01:00da piero-stefani
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