458 _ Quale famiglia? (29.12.203)

Il pensiero della settimana, n. 458

Quale famiglia?

   La Chiesa cattolica dedica la prima domenica dopo Natale  alla festa  della «Santa famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe». Pare  indubbio che la collocazione sia favorita dal clima proprio di giorni in cui molte volte è dato recuperare nessi familiari sfilacciatisi più o meno marcatamente nel corso dell’anno. La centralità della famiglia è una costante nell’insegnamento cattolico specie a partire dal’Ottocento. Come si sa papa Francesco ha voluto dedicare i prossimi sinodi, quello straordinario (2014) e quello ordinario (2015), proprio a questo tema.
  Fino a qualche decennio fa nel nostro Paese era ovvio cosa si dovesse intendere per famiglia, entità immancabilmente definita cellula della società. La famiglia non poteva essere che monogamica frutto di un matrimonio indissolubile. Nella pratica si trattava spesso della concezione borghese della famiglia tutelata da forme di ammortizzatori sessuali riservati alla componente maschile. Andare al casino o avere un’amante era tollerato (i postriboli non si chiamavano forse «case  di tolleranza»?), formare un’altra famiglia era invece inammissibile. Nell’imminenza dell’anniversario della morte, val la pena di ricordare lo scandalo che circondò Fausto Coppi per essersi comportato in un modo oggi assai frequente negli uomini politici che si autodefiniscono cattolici.
  Attualmente nella prassi i confini relativi a ciò che si deve intendere per famiglia sono sempre più mobili, il piano legislativo, peciò, corrisponde sempre meno alla condizione di fatto. Tuttavia l’insegnamento cattolico resta ancorato al modello di famiglia, in sostanza borghese, garantito se non dalla legge civile almeno da quello familiare. L’ideale resta quello di un marito, di una moglie e di figli nati all’interno di quell’unico matrimonio. Casi del genere sono ancora diffusi nella società, mentre sono scarsi nella Bibbia. Prendere a modello la famiglia di Nazaret e applicarla alle nostre case è un’operazione dotata di scarsa plausibilità.
  Il vangelo della festa della Santa Famiglia (Mt 2,13-15.19-23) presenta un nucleo familiare in movimento. Quel che vi manca è  proprio quanto è più comunemente associato alla famiglia: la casa. La dimensione domestica (da domus) non si attaglia alla vita iniziale della famiglia di Gesù. Per noi abitanti di un mondo pieno di gruppi familiari in continuo spostamento e spesso in fuga, ciò rappresenta un monito. Non siamo noi residenti in case confortevoli a essere i più vicini a Gesù.
  Tornano in mente  alcuni versi preposti da Primo Levi al  suo Se questo è un uomo che qui trascriviamo  con volontarie modifiche:
 
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate  tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questa è una famiglia
che vive o muore per un sì o per un no
detto dagli scafisti.
 
  Tuttavia  Giuseppe, Maria e Gesù non vanno davvero raminghi e smarriti verso una terra straniera. Fuggono da una minaccia ma così facendo si inseriscono ancora di più nella storia del proprio popolo. Il loro, più che uno sradicamento, è un mobile radicamento. Letta da questo punto di vista la loro condizione di transfughi è meno desolata di quella di tanti gruppi familiari in fuga oggi che spesso divengano frantumati e divisi proprio a motivo degli spostamenti a cui vanno incontro alcuni dei loro membri.
   In Matteo è netta la prospettiva del ritorno nell’unica terra su cui Gesù avrebbe potuto svolgere la propria missione e compiere il suo buon annuncio.  È però pur vero che una volta tornato in Giudea, Giuseppe deve prendere atto che le minacce dei potenti di questo mondo non sono terminate. Archelao non è più affidabile di suo padre  Erode. La famiglia è obbligata a partire di nuovo, sia pure in direzione opposta a quella di prima per trovare rifugio nella periferica Galilea (Mt 2,22-23). Questa «immigrazione interna» la porta a Nazaret, villaggio mai nominato nell’intero Antico Testamento. Sarà proprio da quella periferia che comincerà l’annuncio, ancora una volta itinerante, della buona novella del Regno il quale comporterà per Gesù la definitiva uscita dalla propria famiglia.

Piero Stefani

 

458 _ Quale famiglia? (29.12.203)ultima modifica: 2013-12-28T14:58:24+01:00da piero-stefani
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