418_Le due prostitute (03.02.2013)

Il pensiero della settimana, n. 418 

 

 

     No, Salomone non c’entra nulla. Il suo giudizio possiamo ben dimenticarcelo. La lotta tra le due signore per sapere di chi fosse il pargolo, tanto ferocemente conteso, appartiene a un altro mondo. In nostro contesto è più lieve. Riponiamo pure la Bibbia nel cassetto. È infatti assai improbabile che le nostre  protagoniste sapessero qualcosa delle loro antiche colleghe.

     Lecce, la città del barocco luminoso, può riservare sorprese non riconducibili ai mirabolanti intagli delle sue pietre. Andrea se ne rese conto quel primo pomeriggio quando, dopo aver visitato la “piazza-corte” del duomo, vagò, a caso, per le stradette retrostanti. Aveva a disposizione un po’ di tempo e se la prese con calma. Si inoltrò per qualche viuzza sempre accompagnato dal colore beige delle pietre che il sole, qua e là, faceva risplendere con maggiore intensità. Il pigro camminare subì un’interruzione quando da una porta aperta, contraddistinta da una tenda tirata, si affacciò una signora.

     All’apparenza non era lontana dai cinquanta. Truccata in modo non pesante, portava in testa una specie di basco marrone tirato verso l’indietro. Aveva gli occhi scuri, un po’a mandorla. Disse: «ciao», Andrea rispose allo stesso modo. Non ci voleva molta esperienza della vita per capire quale fosse il suo mestiere. Il nostro si risolse a procedere oltre; ma proprio in quel momento si sentì dire: «Che begli occhi che hai». Consapevole delle proprie caratteristiche somatiche e desideroso di non alimentare interessate lusinghe, Andrea si limitò a dire: «Non è vero e lo sai». Non bastò, l’adescatrice cominciò a dire che era di Roma e non di là, perché lì c’era brutta gente. Esperta di incontri umani, aveva subito capito che il potenziale cliente non era leccese.

     Non ci fu il tempo per rispondere. Proprio in quell’istante sopraggiunse, infatti, una collega. Forse appena un po’ più  giovane, aveva un aspetto decisamente più vistoso. Scesa da una biciclettina bordeaux, se ne stava in piedi in piena luce. I capelli biondi tinti, il belletto pesante, le labbra carnose (ritoccate grazie alla chirurgia plastica?), il rossetto sgargiante avrebbero dovuto consegnare la signora a un’immagine di volgarità senza scampo, non certo contrastata dalla presenza di grandi occhiali scuri. Andrea, in cuor suo, si stupì invece del fatto che l’immagine complessiva non comunicava nulla di spiacevole. Giudicarla attraente sarebbe stato troppo; tuttavia, per vie difficili da chiarire, traspariva, di primo acchito, una certa personalità.

     La nuova venuta aveva un solido senso degli affari. Appena giunta chiese alla collega: «È stato con te?». Appreso come stavano le cose, si accorse, grazie al suo occhio infallibile, che Andrea, che pur non aveva ancora fatto un passo, era lì, lì per svignarsela.

     Non fece nulla per trattenerlo nell’immediato; abilmente, gli gettò un’esca che, confidava, avrebbe fermentato a ritmi un po’ più lunghi. Gli disse: «Torni dopo, vero?».

     Andrea si occupava di Bibbia, di teologia e di faccende similari. Si trovava nel capoluogo salentino per una serie di conferenze ed era ospitato nella foresteria delle suore benedettine. Immaginò di sfruttare quel particolare per uscire elegantemente dalla situazione. Pensò: «se comunico che sono ospite dalla monache, anche a loro apparirà evidente la difficoltà di tener assieme, in uno stesso pomeriggio, amor sacro e amor profano». Congiunse le mani all’altezza del petto, le fece lievemente oscillare avanti e indietro ed esclamò in modo bonario: «come faccio a tornare? Sono ospite dalle benedettine!». Passò un solo secondo e già la bionda si rivolgeva alla collega dicendole: «lasciamo andare, se questo qui sta dalla suore, non c’ha una lira!».

     Andrea aveva raggiunto il suo scopo grazie a una reazione diversa dal preventivato. Nello scioglimento della questione il brivido mistico e la spiritualità monastica non ebbero alcun ruolo. La risoluzione del caso va ascritta al profano: se stava presso le monache, «questo qui» non poteva essere che un poveraccio.

     Ermeneutica, ermeneutica, dea delle verità relative, quanto sei nel vero a proclamare che non ci sono fatti, in quanto esistono solo interpretazioni!

     Quando girò l’angolo, un aperto sorriso era stampato sulla faccia di Andrea.

Piero Stefani

418_Le due prostitute (03.02.2013)ultima modifica: 2013-02-02T05:07:41+01:00da piero-stefani
Reposta per primo quest’articolo