203 – Variazioni ittiche (04.05.08)

Il pensiero della settimana, n. 203I

              

               Primo maggio 2008

 

Ê legge antica, priva di eccezioni,

    per vivere occorre mangiare.

Un vagito, un pianto, una poppata:

il primo manifestarsi dell’esistenza.

 

Inerme è colui che attende

di essere alimentato dall’altrui cura.

Indifeso è chi, con bocca o becco aperti,

aspetta che giunga a lui latte o vermicello.

 

La vena scorzosa forata dall’ago

è più stanca e passiva del primo succhiare

nel mezzo, il procacciarsi il cibo

è fatica a cui non è dato sottrarsi.

 

Sotto la superficie  dell’acqua

Si agitano snodi di carne.

Il verme guizza nel suo morire.

 

La bocca si spalanca, bramosa.

Quando si chiude, il ferro la trapassa

e un gancio si annida nel palato.

 

Il filo si alza tra vani strattoni,

un’aria mortifera invade le branchie,

il colpo sulla pietra abbrevia l’agonia.

Il bisogno di vivere fine ha prodotto.

 

Ami sono le impalcature, i carrelli,

le gru, i trattori e i getti ardenti:

da essi ci si aspettava cibo e vita,

morte e lutti ne son derivati.

 

II

 

Ai giardini Margherita

 

Buttò il pezzetto di pane dal ponticello.

La corrente verdastra scorreva lenta,

labili cerchi incresparono la superficie.

L’aria risplendeva di sole.

 

Il piccolo pesce apparve sul pelo dell’acqua,

aprì la bocca, mordicchiò il boccone.

Subito le fauci del luccio furono su di lui,

lo inghiottirono mentre gustava le prime briciole.

 

Il bimbo si mise a piangere.

L’aria continuava a risplendere di sole,

come se nulla fosse accaduto.

 

Piero Stefani

203 – Variazioni ittiche (04.05.08)ultima modifica: 2008-05-03T08:05:00+02:00da piero-stefani
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