192 – Pulviscolo (17.02.08)

Il pensiero della settimana, n. 192 

 

Nella stanza irrompe una luce sghemba,

l’aria diviene piena di pulviscolo.

Quanto ai nostri sguardi pareva puro,

ora è danza di corpuscoli sospesi.

 

Entrano in noi con il respiro,

il nostro fiato li restituisce,

altri li assumeranno,

altri li riconsegneranno.

 

A un venire e segue un andare:

nessuno è intatto, nessuno è solo.

Ci accomuna l’aria, l’alito,

il respiro, il pulviscolo.

 

Non c’è lenitivo migliore

che scambiarsi affetti.

Acquistare e vendere esperienze

è mercato sottratto al denaro.

 

È come per i pensieri e per le idee:

il dare si incontra con il ricevere.

Ci si arricchisce senza che nessuno perda,

in entrambi l’uno diventa due.

 

La trasparenza del cristallo non ha vita,

dove si respira c’è pulviscolo.

Dappertutto ci sono corpuscoli,

ma ovunque l’aria giunge ai polmoni.

 

 Fare entrare nei bronchi dell’animo

 i  vissuti gli uni degli altri è quanto ci consola.

Immettere ed emettere il pulviscolo

appesantisce il fiato, eppur fa vivere.

 

Attaccarsi a soddisfazioni personali

quando crolla quello per cui si lotta

è polvere terrea, pesante,

incapace di galleggiare nell’aria.

 

Ma non lasciare che l’alito d’amianto

che gira per l’etere penetri in te.

Munisciti di filtri, sbarra gli accessi

copri le labbra con mascherine.

 

I suoi morsi sono di scorpione,

il suo crescere è cancro che non perdona.

Cerca rifugio nel dare e nel ricevere,

non acquattarti nel semplice subire.

 

Non attendere l’autorità dal potere.

Non raggiungerai né l’una, né l’altro;

e se anche conquistassi il secondo,

perderesti  per sempre la prima.

 

Conformarsi allo stile dei potenti

è cenere pesante, non pulviscolo.

Difficile muoversi restando saldi,

ma nulla di meno ci è chiesto.

 

Piero Stefani

 

192 – Pulviscolo (17.02.08)ultima modifica: 2008-02-16T09:00:00+01:00da piero-stefani
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