559 – Giorgio BASSANI a cent’anni dalla nascita (13.03.2016)

Il pensiero della settimana n. 559

 Giorgio Bassani a cent’anni dalla nascita

        L’uscita di un libro postumo di Rita Castaldi[1] stimola, accanto a temi di maggior spessore, qualche riflessione sul significato da attribuire all’incontro con  maestri conosciuti nel corso dei propri studi. Discorso analogo vale anche per il ruolo legato alla collaborazione con organi di stampa intesa come occasione per far crescere la propria formazione culturale e civile. Constatare che ciò avvenne per Bassani negli anni Trenta, epoca in cui il regima fascista celebrò le proprie massime affermazioni per poi imboccare la strada della fatale alleanza con la Germania nazista, è un segno che fa riflettere. Oggi viviamo in uno Stato e in una società che, nonostante la presenza di reali difficoltà, sono comunque ancora democratici. Il confronto di idee non conosce limitazioni esterne, l’insegnamento è libero, l’informazione ha a sua disposizione una moltitudine di mezzi di comunicazione, eppure trovare maestri e formarsi culturalmente scrivendo su giornali locali (siano cartacei oppure online) è diventata merce sempre più rara.

       Ci è dato ricercare maestri, alcuni sono figure del passato che scopriamo attraverso le loro opere, alcuni sono coloro che andiamo a trovare dopo aver saputo della loro opera, altri sono coloro che, incontrati in modo imprevisto, si impongono in virtù della loro autorevolezza; sono le persone giuste, quelle di cui in quel momento la nostra formazione aveva bisogno. Per la maggior parte delle volte sono proprio costoro ad avere il ruolo più rilevante. Così avvenne per Bassani nei confronti del grande critico d’arte Roberto Longhi. Quando si iscrisse alla facoltà di lettere all’Università di Bologna, Giorgio Bassani non aveva messo in cantiere di incontrare l’autore dell’Officina ferrarese. Eppure fu proprio lui a indirizzarlo verso l’antifascismo e ad essere l’occasione per incontrare quei compagni ed amici (Francesco Arcangeli, Antonio Rinaldi, Sergio Telmon, per limitarci a qualche nome) coi quali, anche grazie all’influsso di Carlo Ludovico Ragghianti (critico d’arte impegnato in prima persona nelle Resistenza nelle file del Partito d’Azione), condivise la lotta antifascista, specie a partire dal fatidico 1943. In quel frangente storico gli autentici maestri furono capaci di testimoniare che la passione culturale doveva condurre all’impegno civile. Per Bassani non ci fu solo Longhi, vi furono anche maestri di altro tipo legati a rapporti più ideali che personali, primo fra tutti Benedetto Croce. Ancora nel 1991 lo scrittore ferrarese affermava che la sua religione, già nei tempi della guerra, era quella della liberà essendo seguace anche in questo di Croce. Né è un caso che nel dopoguerra il più noto e qualificante impegno civile di Bassani, legato alla sua carica di presidente di Italia Nostra, sia avvenuto in stretta collaborazione con Elena Croce, figlia del più influente uomo di cultura dell’Italia novecentesca.

       I primi scritti di Bassani devono molto al “Corriere Padano”, quotidiano fondato nel 1925 da Italo Balbo, diretto a lungo da Nello Quilici e coordinato nelle sue pagine culturali soprattutto da Giuseppe Ravegnani. Tra i collaboratori di questa sezione ci furono, oltre a Bassani, anche altri giovani ferraresi destinati a conquistare notorietà, basti citare al riguardo i nomi di Michelangelo Antonioni e Luigi Preti. Il giornale si distinse per le sue recensioni di giovani autori italiani come Moravia e Vittorini o di scrittori europei e americani come Joyce, Kafka, Dos Passos, Joseph Roth. Il “Corriere Padano” fu dunque un quotidiano di Provincia, non un giornale provinciale. Del resto gli anni Trenta furono ricchi di traduzioni; in italiano erano reperibili opere di scrittori dei più vari orientamenti e delle più disparate provenienze. La cultura dei giovani intellettuali di allora era dunque molto più internazionale di quanto si sia ora propensi a credere.

   Giuseppe Ravegnani fu direttore della ferrarese Biblioteca Ariostea dal 1933 fino al 1945. Fedele esecutore delle direttive del regime, impedì a Bassani, a motivo delle leggi razziali del 1938, l’accesso alle sale di lettura; al futuro poeta e scrittore fu però consentito di usufruire  della ricchissima  biblioteca privata di Ravegnani la quale, a detta di molti, fu il motivo ispiratore per quella romanzata del professore Ermanno Finzi-Contini. La stessa persona, secondo uno stilema tipicamente italiano, da una parte escludeva e dall’altra ospitava. In questo modo tocchiamo argomenti connessi all’ebraicità di Bassani. Lo scrittore ebbe con l’ebraismo un rapporto sobrio ma molto cosciente, fatto di provenienza e non di convinzioni religiose. Del resto lo stesso Bassani ironeggiò su un tipico modo degli ebrei di definire gli altri ebrei come propri correligionari, lo fece fino al punto di qualificarli come corrazziali. Ciò evidentemente avveniva non già perché condividesse la visione secondo cui esiste una razza ebraica, ma perché non riteneva che quella religiosa fosse una categoria significativa per indicare la propria appartenenza ebraica. Per lui, come si è detto, la religione era quella crociana della libertà. Non per nulla Bassani ci teneva a dichiarare di aver sperimentato la galera (fu racchiuso per un paio di mesi nelle carceri di via Piangipane a Ferrara) in qualità di antifascista e non già in quanto ebreo.

       “Provenienza” significa, nel caso dell’ebraismo, quello che vale anche per l’intera sua produzione in prosa: in Bassani nulla sarebbe pensabile senza un legame inscindibile con Ferrara.

Piero Stefani

 

 


[1] Rita Castaldi, Scritti su Bassani. Articoli, testimonianze e interviste tra letteratura e cinema, a cura di Maurizio Villani, Diogene Multimedia, Bologna 2016. Nel pensiero di questa settimana riproduco, con qualche variante, parte della mia Prefazione. Il libro sarà presentato da Maurizio Villani, Simonetta Savino e Piero Stefani alla Biblioteca Ariostea di Ferrara, mercoledì 16 marzo 2016 ore 17.

559 – Giorgio BASSANI a cent’anni dalla nascita (13.03.2016)ultima modifica: 2016-03-12T09:38:08+01:00da piero-stefani
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