537 – Variazioni cattoliche (11.10.2015)

Il pensiero della settimana n. 537

Variazioni cattoliche [1]

Le bombe della Madonna

     Nella chiesa di Pazzalino nei pressi di Lugano vi è un affresco che rappresenta il primo bombardamento aereo della storia. Sopra un altare laterale è raffigurata la battaglia di Lepanto avvenuta il 7 ottobre 1571. Le galere si scontrano, gli eserciti sparano gli uni contro gli altri, nella parte bassa della raffigurazione sono dipinte scialuppe di salvataggio, c’è chi vuole salire ma un turco con la spada sembra voler mozzare le mani a un suo confratello che tenta di aggrapparsi ai bordi. In effetti in acqua ci sono arti troncati e una testa mozzata. In basso a sinistra dell’osservatore si vedono Pio V e Filippo II in devota preghiera. Il potere spirituale e quello temporale sono concordi. In alto c’è la Madonna con il bambino e un angioletto alato. Madre e figlio hanno entrambi una bomba in mano che passeranno all’angioletto il quale la farà cadere sui turchi. Una bomba è rappresentata già in volo destinata infallibilmente a colpire la flotta nemica. L’angelo ne ha in mano un’altra pronta ad essere sganciata. La scorta è abbondante, il bombardamento, messo in atto da madre, figlio e angioletto, sarà inesorabile.
     Il pittore è anonimo, ma non sarà stato certo lui a individuare il soggetto, avrà avuto senz’altro dei “dotti” committenti. Per moltissimo tempo celebranti e fedeli avranno visto, o almeno intravisto, quell’affresco mentre nel corso della messa recitavano, sia pure in latino, lo stesso Credo che viene proclamato tuttora: «Credo in Dio Padre onnipotente…» con quel che ne segue. Ma come credere che allora siano state credute le stesse cose di ora? Chi può oggi anche solo immaginare una Madonna bombardiera?
     Per chi vive in Occidente l’autocoscienza ecclesiale non può prescindere dalla storia. Tuttavia non è raro che, in varie occasioni, la conoscenza storica provochi nell’animo di molti non poco sconcerto.

 

 Un doppio registro?

     Nella Chiesa cattolica di rito latino il sacramento dell’ordine è legato a una solenne promessa di castità. Capita a volte che il celibato non sia mantenuto. In alcuni casi avviene che la trasgressione sia normalizzata (si pensi, per esempio, alla riduzione allo stato laicale). La vita quotidiana dei cosiddetti “preti sposati” è, per definizione, in aperto contrasto con i sacri impegni da loro stessi espressi in passato. Ma ciò, giustamente, non impedisce alla coppia di vivere in maniera riconciliata con la Chiesa e di accedere ai sacramenti.
     Alessandra Costanzo in un suo libro appena uscito (Ferite da curare, Aracne editrice, Ariccia, 2015) fa opportunamente notare  la discrasia che c’è tra questo modo di risolvere la questione e quello in vigore nel caso dei cosiddetti divorziati risposati.  In quest’ultima situazione, finora la violazione del patto iniziale è stata considerata dotata di una validità duratura e insanabile. In questo caso l’atto di aver infranto la norma è curabile solo restando fedeli al fallimento del matrimonio, vale a dire soltanto se si vive in uno stato di perenne castità. Al presbitero che aveva solennemente promesso di rimanere celibe è concesso di vivere una vita coniugale riconciliata, mentre a coloro che avevano compiuto la scelta matrimoniale è ora richiesto di vivere in castità.
     Sarebbe stato un significativo arricchimento spirituale se il Sinodo avesse trattato il carisma del celibato proprio in concomitanza con una discussione riservata alla maniera  assoluta di intendere l’indissolubilità del matrimonio. In questo modo non solo l’orizzonte ecclesiale avrebbe  avuto un respiro più ampio, ma si sarebbe anche andati al cuore di alcune specificità proprie della sola tradizione cattolica romana di rito latino.

Piero Stefani


[1] Riprendo due miei contributi, il primo deriva dalla puntata di Oggi, la storia  del 7 ottobre Radio Svizzera Italiana, Rete 2; il secondo è apparso sul blog dedicato all’attuale Sinodo dei vescovi  aperto sul sito della rivista “Il Regno”.

537 – Variazioni cattoliche (11.10.2015)ultima modifica: 2015-10-10T05:15:44+02:00da piero-stefani
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