487 _ Giusto cent’anni fa (07.09.2014)

Il pensiero della settimana, n. 487

Giusto cent’anni fa

A partire dallo scorso 3 settembre ogni mercoledì, a settimane alterne, fino al prossimo dicembre farò un intervento di poco più di due minuti nella trasmissione «Oggi, la storia» della Rete 2 della Radio Svizzera Italiana. Per quanto il testo sia ricuperabile sul sito della radio, ho deciso di riproporlo nel «Pensiero» sia perché continuo a essere occupato in molte altre cose e la scelta mi alleggerisce il lavoro, sia perché la sua brevità, suppongo, non dispiacerà. Nella fattispecie di questa puntata iniziale vi è poi un preciso richiamo al tema con cui si è conclusa la «stagione 2014-2015»

    Giusto un secolo fa, il 3 settembre 1914, veniva eletto papa Benedetto XV. Per i non specialisti il suo nome è associato a un’unica espressione, «inutile strage», da lui usata nel 1917 per qualificare la Prima guerra mondiale. È una frase spesso citata,  ma forse non ben compresa.

   Che si trattasse di strage era evidente; ma perché qualificarla inutile? Non sarebbe bastato il nudo sostantivo? Esistono forse massacri utili? Per comprendere la svolta nella visione cattolica della guerra comportata da quell’aggettivo conviene andare a un’accorata esortazione alla pace emanata da Benedetto XV pochissimi giorni dopo la sua elezione. Un secolo fa il nuovo papa invitava a innalzare una preghiera fervorosa perché giungesse il tempo in cui i capi delle nazioni arrivassero a stringersi la mano. Ma  implorava anche Dio, «arbitro e signore di tutte le cose», perché «memore della sua misericordia, deponga questo “flagello dell’ira sua”, col quale fa giustizia dei peccati delle nazioni».[1] Quest’ultima affermazione allora costituiva un’espressione stereotipata. Ciò conferma quanto essa fosse radicata. Risulta evidente il paradosso insito in quella preghiera: si è costretti a ritenere un male da cui si chiede di essere liberati quel che, per altri versi, è considerato un esercizio della volontà punitrice e purificatrice di Dio.
    L’aggettivo «inutile» riservato alla strage segnò una rottura rispetto alla tradizionale visione cattolica della guerra. A provocare il mutamento fu la portata immane del massacro. Nessun cattolico oggi, a iniziare da papa Francesco, di fronte alla «terza guerra mondiale spezzettata» potrebbe parlare di un Dio che si serve della guerra per punire le nazioni al fine di farle tornare ai retti principi. Occorre però ricordare che a condurre a queste conclusioni fu non già una più profonda e autonoma comprensione del Vangelo bensì solo l’immane  eccesso della violenza (strage, appunto).
Piero Stefani
 

[1] Cf. Enchiridion della pace, vol 1,Pio X- Giovanni XXIII.  EDB, Bologna 2004, nn- 19-20.

487 _ Giusto cent’anni fa (07.09.2014)ultima modifica: 2014-09-06T08:45:12+02:00da piero-stefani
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