468 _ La donna nella Chiesa (09.03.2013)

Il pensiero della settimana, n. 468

 La donna nella Chiesa

    Partiamo da un episodio evangelico noto, ma letto sotto un’angolatura particolare. Si tratta dell’episodio di Marta e Maria. Prima annotazione: siamo di fronte a una scena di ospitalità tutta femminile. Gesù è in cammino e una donna di nome Marta lo ospita (Lc 10,38). Non esiste alcun padrone di casa. In tutto l’episodio i discepoli sono assenti. Il confronto è solo tra Gesù e due donne.

   Marta offre la diaconia dell’ospitalità (la casa è qualificata solo sua e non già della sorella); e Maria? Non basta qualificarla come simbolo della via contemplativa, non è sufficiente neppure affermare (fatto peraltro completamente vero) che Maria eserciti l’ospitalità dell’ascolto, la più preziosa nei confronti di colui che ha un messaggio da comunicare. Occorre essere più radicali. Maria «seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola» (Lc 10,39). Stare seduti ai piedi di un maestro, come ricorda Paolo nel libro degli Atti ( 22,3 secondo il testo greco), è la classica espressione giudaica per indicare la condizione del discepolo. Con quel gesto Maria costituisce se stessa discepola, ed è questa «la parte migliore, che non le sarà tolta» (Lc 10,42). Ella va al di là della diaconia (simboleggiata da Marta) ed entra nella sfera del discepolato da cui era dapprima esclusa.
     Un dramma della Chiesa cattolica attuale è che l’atto della donna di emanciparsi dalla diaconia per entrare nella dimensione piena del discepolato apostolico è costretto ad assumere l’aspetto della rivendicazione. La situazione sembra paragonabile a un’ipotetica risposta in cui Gesù avesse detto: « tua sorella ha ragione, torna al servizio, perché, come sai, la casa che ci ospita è in se stessa tutta femminile. Non c’è bisogno che tu diventi discepola/apostola per questo ci sono già i dodici maschi da me scelti». Gesù evangelico non rispose così. Egli non chiamò Maria, fu quest’ultima a scegliere di stare ai suoi piedi. Fu lei a farsi discepola per fornire al Maestro, che non l’aveva chiamata, il più alto dei servizi. Come avvenne in altre occasioni (si pensi soprattutto alla donna siro-fenicia, Mc  7,24-30), pure qui una donna sembra insegnare qualcosa a Gesù.. Maria dimostra  che anche una donna può essere pienamente discepola, per quanto sia vero che il modello da lei assunto non è, né poteva esserlo, quello itinerante riservato ai discepoli chiamati ad annunciare il regno.
   La Chiesa non è Gesù, pure lei però dovrebbe essere lieta che le donne siano simboleggiate da Maria e non solo da Marta. Per fare ciò bisogna che ci sia il lieto coraggio da parte delle donne di uscire dagli schemi consolidati – quello dell’ospitalità diaconale –  per ricoprire ruoli finora a loro preclusi. Dichiarare poco rilevante questo procedimento, dicendo che c’è qualcosa di ancor più decisivo, sarebbe convincente  solo se fosse in grado di creare un ambiente in cui l’apporto femminile sia autonomo e attivo, senza essere costretto a parlare il linguaggio rivendicativo (discorso che nell’episodio evangelico si confà più al parlare di Marta che a quello di Maria).
   Non sembra che la risposta fornita da papa Francesco nel corso della sua ennesima intervista (questa volta concessa, per par condicio, al Corriere della sera, 5.3.2014)  si conformi pienamente a questo modello. Essa infatti pensa assai più a Maria madre di Gesù che a Maria sorella di Marta che scelse, per decisione personale, di diventare discepola di Gesù.
 «Come verrà promosso il ruolo della donna nella Chiesa? »
  «Anche qui la casistica non aiuta. È vero che la donna può e deve essere più presente nei luoghi di decisione della Chiesa. Ma questa io la chiamerei una promozione di tipo funzionale. Solo così non si fa tanta strada. Bisogna piuttosto pensare che la Chiesa ha l’articolo femminile “la”: è femminile dalle origini. Il grande teologo Urs von Balthasar lavorò molto su questo tema: il principio mariano guida la Chiesa accanto a quello petrino. La Vergine Maria è più importante di qualsiasi vescovo e di qualsiasi apostolo. L’approfondimento teologale è in corso. Il cardinale Rylko, con il Consiglio dei Laici, sta lavorando in questa direzione con molte donne esperte di varie materie».
 
Piero Stefani
 
468 _ La donna nella Chiesa (09.03.2013)ultima modifica: 2014-03-08T08:57:56+01:00da piero-stefani
Reposta per primo quest’articolo