615 – Alla ricerca dello storpio della porta Bella (21.05.2017)

Il pensiero della settimana  615

Alla ricerca dello storpio della porta Bella

      Negli  Atti degli apostoli si parla di Pietro e Giovanni che nell’ora nona (quella in cui, non molto tempo prima, Gesù morì sulla croce) salivano al tempio di Gerusalemme per la preghiera. Là ogni giorno, presso la porta della Bella, veniva portato uno storpio per chiedere l’elemosina. Lo fece anche nei riguardi dei due apostoli. Pietro gli rispose di non avere né oro, né argento, gli avrebbe però dato quello che aveva; perciò in nome di Gesù Cristo il Nazareno gli ordinò di alzarsi. Lo storpio balzò in piedi (At 3, 1-10).
    I mendicanti c’erano duemila anni fa, ci sono anche oggi. Anzi il loro numero tende più ad aumentare che a diminuire. Ai nostri giorni latitano invece i miracoli. Nessuno è accusabile per il fatto di non saperli compiere.  Non è questo quanto è chiesto a noi che siamo, in genere, muniti di denaro.  Di norma lo sono anche gli uomini di Chiesa. È antica e non di rado giustificata polemica quella che tende a contrapporre la ricchezza dei prelati alla povertà degli apostoli. Nel nostro tempo il discorso  assume però anche un’altra angolatura.
   Per la Chiesa cattolica la basilica di San Pietro è, in un certo senso,  paragonabile al tempio di Gerusalemme. A dirlo basterebbe il baldacchino del Bernini con le sue colonne tortili. Tuttavia attualmente non è dato immaginare qualcuno seduto a chiedere l’elemosina in una delle porte di San Pietro. Al di fuori del colonnato  abbondano i cartoni, precari giacigli notturni di poveri e sbandati. In questi ultimi anni per entrare nella piazza occorre superare controlli che rassomigliano, in tutto e per tutto, a quelli praticati negli aeroporti. Per accedere in piazza San Pietro, è vero, non c’è bisogno di biglietto (ormai previsto per molte chiese), tuttavia è ugualmente  difficile che un mendicante sia lasciato passare sotto l’arco del metal detector. Si tratti di giorno feriale, dell’udienza del mercoledì o di domenica, è arduo immaginare qualcuno che all’ingresso della basilica stenda la mano per chiedere a chi entra qualche soldo.  Il papa che ha provveduto al servizio di docce per i clochard, potrebbe impegnarsi per dare accesso anche ai questuanti. In questo modo la basilica assomiglierebbe di più a molte altre chiese. Senza dubbio, sul piano pratico, la gestione dell’accesso sarebbe molto complicata: come scegliere i poveri dotati del diritto a un posto così “privilegiato”? Con tutto ciò, quelle presenze creerebbero ugualmente un qualche disagio alle persone che stanno per entrare in un luogo grandioso e fastoso ormai caratterizzato da un ininterrotto afflusso religioso-turistico. Ora come ora, la basilica di San Pietro è infatti chiaramente dominata da un clima post-secolare che «non è indice della riacquisizione del religioso nel mondo secolare della modernità, ma del congedo della contrapposizione tra secolare e religioso» (Ingolf Dalferth).

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615 – Alla ricerca dello storpio della porta Bella (21.05.2017)ultima modifica: 2017-05-20T08:05:49+02:00da piero-stefani
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