Passeggiata alberata (Pensiero 630)

Pensiero 630
Passeggiata alberata

Milano 6 marzo 2020, il coronavirus fa stare guardinghi e a debita distanza, in parte per disposizioni ufficiali, in parte per allarmismo introiettato (che per alcuni è prudenza). Giunge l’ora di pranzo. Ristorante in Corso Italia. Se uno entrasse ignaro delle disposizioni ministeriali (ipotesi invero assai remota) non si accorgerebbe di nulla di diverso dal solito. Tavoli gremiti in «pausa pranzo», distanze nell’ordine dei centimetri, camerieri indaffarati, qualche involontario urto dovuto alle densità delle persone: non si mangia con la mascherina!

Nei giorni in cui la sessantotesca utopia dell’ «immaginazione al potere» è stata sostituita dalla reale «improvvisazione al potere», si è consapevoli della aleatorietà di scadenze fissata settimana dopo settimana rispetto a un problema che ha tempi di incubazione e di propagazione assai più lunghi. Nessuno si stupirà quando le paralizzanti misure draconiane ora assunte saranno allentate allorché, pur non essendo risolta la questione, risulterà evidente che il danno da esse prodotte è maggiore dei benefici (reali o presunti) da esse arrecati.

In questi frangenti è un bel segno constatare che qualche iniziativa è mantenuta secondo le scadenze previste. Anche il comune di Vicopisano ha sospeso molte iniziative, tuttavia dal suo sito ufficiale risulta la conferma che domenica 8 marzo , festa della donna (posta anch’essa in quarantena) alle ore 12 la «passeggiata alberata» che contraddistingue uno degli scorci più suggestivi del paese sarà intitolata a Liana Millu. Per l’occasione mi è stato chiesto un pensiero: eccolo.

« Il porticciolo di Boccadasse a est di Genova era uno dei luoghi più cari a Liana Millu. Là ora vi è una lapide che riporta parte di una poesia composta, giorno dopo giorno, da Liana, nel Lager, durante le lunghe ore dell’appello quotidiano. Lei, entrata nel campo atea e uscitane agnostica, si rivolgeva al Signore sognando di essere sepolta in un piccolo cimitero.

Fa’, o Signore
che io non diventi fumo
Fumo di Birkenau, fumo
in questo cielo straniero
ma riposare io possa laggiù,
nel mio piccolo cimitero.

È vicino a Genova, lo sai,
è un piccolo cimitero abbandonato,
in cima a una collina verde,
da un muro di mattoni rossi
è circondato.
Due alberi fanno la guardia
al cancello di ferro arrugginito
e i fidanzati, la domenica,
sostano a guardare
le alte erbe odorose
che copron le tombe antiche,
intrecciano le dita tra le sbarre
si guardano con tenerezza…

Questi sono i primi versi di una poesia che termina dicendo «e sarà la pace». Siamo certi che Liana è in pace; le sue ceneri, tuttavia, si trovano in un cimitero grande, quello di Staglino, e non in un piccolo camposanto visitato dai fidanzati di un tempo. Gli innamorati però ci sono ancora. La definizione di “passeggiata alberata” suona, quanto meno da lontano, come un posto adatto a chi si vuole bene. Forse, camminando, qualche coppia intreccerà ancora le dita e, guardandosi intorno, vedrà la targa con il nome di Liana Millu. Anche se non lo sa, realizzerà così quanto Liana desiderava per se stessa: essere ricordata come vita.»

Piero Stefani

Passeggiata alberata (Pensiero 630)ultima modifica: 2020-03-07T11:08:00+01:00da piero-stefani
Reposta per primo quest’articolo