XIII Domenica del tempo ordinario (B) Il tocco della fede

Domenica XIII del tempo ordinario
Sap 1,13-15; 2,23-24: Sal 30 (29); 2 Cor 8,7-9.13-15; Mc 5,21-43

Il tocco della fede

Una donna soffriva da dodici anni di perdite di sangue, una ragazzina dodicenne
si congeda precocemente dalla vita. Questo numero nel Vangelo odierno non pare dotato di alcun significato simbolico legato alle tribù di Israele o ai discepoli chiamati da Gesù a seguirlo. Esso va inteso in senso cronologico e biologico. Il flusso mestruale è una perdita di sangue che predispone la donna a essere feconda. Svolge questa funzione in quanto si interrompe per ritornare, con regolarità, il mese dopo. Se il flusso non cessa il suo scopo viene stravolto, lungi dall’aprire le porte alla generazione, il sangue si muta in una forma di sterilità. Dodici anni sono gli anni che hanno condotto la fanciulla alle soglie della pubertà, ma proprio quando il suo corpo sta per essere predisposto a diventare fonte di vita, sopraggiunge la morte.
Nella legislazione biblica il flusso di sangue e la morte sono due delle principali forme di impurità. Nel Levitico si afferma: «bisogna separare il sacro dal profano, l’impuro dal puro» (Lv 10,10). In questa frase non c’è alcun chiasmo, il sacro sta dalla parte dell’impuro e il profano da quella del puro. Il contatto con il sangue mestruale (Lv 15,19-24; e ciò vale anche per perdite irregolari e prolungate, Lv 15,25-32) e con i cadaveri (cf. Nm 19,11) è fonte di impurità proprio perché qui sono coinvolti gli estremi dell’esistenza umana che inizia con la nascita (anche la puerpera è impura, Lv 12,2-4) e termina con la morte. Ci si sta confrontando, per così dire con il prima e il dopo l’esistenza. In questi casi toccare, in un certo senso, significa profanare. Tutto ciò avviene però nell’ambito della sacralità. La duplice scena evangelica parte da questo sostrato volto a regolare l’esistente per indicare rispetto a esso possibilità diverse affidate alla fede. Si tratta non di abolire la distinzione tra sacro e profano, bensì di attestare la possibilità che nell’esistenza umana irrompa una forza che non si limita a distinguere, separare, ordinare i fatti del mondo. Questa possibilità ha un nome: «fede». Sullo sfondo dell’impuro e del puro, il duplice episodio evangelico propone l’incrocio tra l’atto di toccare e una fede/fiducia capace di riconsegnare alla vita terrena chi ne era esclusa o emarginata.
La donna – vittima non solo della malattia ma anche di costose, inutili cure (Mc 5,25)- con un atto ardito tocca, lei fonte di impurità, il mantello di Gesù (Matteo 9,20 – che sintetizza molto, lasciando forse intravedere qualche imbarazzo – e Luca 8,44 parlano di «frange» prescritte dalla Legge Nm 15,37-41). Questo gesto la risana. Da parte di Gesù non vi è alcuna volontà esplicita di risanare; a uscire da lui à una forza (Mc 5,30) messa in moto dall’esterno. A dirlo è lo stesso Gesù che rivendica la guarigione non a se stesso, ma alla fede/fiducia della donna: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male» (Mc 15,34). Con la guarigione cessa l’impurità, il toccare è diventato gesto risanante che restituisce la donna a una vita normale e feconda.
La fanciulla non è nelle condizioni di aver fede, ciò non vale però per il padre che rivolge a Gesù la richiesta di intervenire e che si sente rispondere: «Non temere, ma soltanto abbi fede» (Mc 5,36). Quanto colpisce in riferimento alla ragazzina è la volontà, da parte di Gesù, di “imitare” la donna. Ci sono parole ma prima di esse c’è un gesto. Chi aveva già sedato una tempesta con un solo comando della voce (Mc 4,39) aveva forse bisogno di qualcosa di più della parola per ridar vita alla fanciulla? Anche qui c’è un ordine (trasmessoci eccezionalmente in aramaico): «Talità, kum», ma prima di esso si specifica «presa la mano della bambina» (Mc 5, 41). Il toccare la morta/dormiente esprime la fede, mentre la frase «Fanciulla, io ti dico alzati» (Mc 5,41) è il consapevole equivalente, da parte di Gesù, della forza da lui involontariamente uscita grazie alla fede della donna.

XIII Domenica del tempo ordinario (B) Il tocco della fedeultima modifica: 2018-06-30T16:28:09+02:00da piero-stefani
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