572 – Un’antica proposta di parlamento europeo (12.06.2016)

Il pensiero della settimana, n. 572.

 Un’antica proposta di parlamento europeo

      In un momento storico in cui l’Unione europea è attraversata da una crisi di fiducia molto accentuata e in cui i sondaggi cominciano a mettere in preventivo la vittoria dei separatisti nel referendum britannico, rifugiamoci nella storia. Tra i tanti nomi citabili c’è anche quello dell’inglese William Penn (1644-1718).  Nato da una potente famiglia anglicana (suo padre era ammiraglio), William divenne quacchero quando aveva venticinque anni. Il suo nome è legato soprattutto nell’ordine: alla Pennsylvania (Carlo II gli assegnò la proprietà di un vastissimo territorio), alla fondazione di Filadelfia (1684), alla elaborazione di una costituzione che prevedeva la divisione dei poteri e la tolleranza religiosa, senza dimenticare i suoi rapporti pacifici con gli indiani (in proposito è particolarmente significativa un’importante lettera del 1681).
     In realtà Penn visse, per una serie di ragioni anche occasionali, assai più in Inghilterra che sul continente americano. Egli si preoccupò molto dell’Europa. In tale contesto assume un particolare rilievo, An Essay toward the Present and Future Peace of Europe by the Establishment of an European Dyet, Parliament or Estates (1693) [1]. In esergo al breve saggio (19 pagine) si trova questa scritta «Beati Pacifici. Cedunt Arma Togae». La prima parte  è una  beatitudine evangelica (Mt 5,9), la seconda è un riferimento all’uso dei generali romani di deporre la spada e di indossare la toga quando entravano a Roma, un gesto inteso come simbolo del fatto che accantonavano il loro ruolo militare per assumerne uno civile. La scelta di accostare a una citazione biblica un riferimento classico attesta la volontà di muoversi su più registri, il primo relativo al proprio motivo ispiratore più profondo (legato alla Bibbia, ma per i quaccheri anche e soprattutto alla voce interiore dello Spirito) e l’altro esposto in termini laici condivisibili da tutti.  Non c’è dubbio sul fatto che i motivi ispiratori di Penn siano soprattutto cristiani, tuttavia non è certo classificabile come direttamente cristiana la proposta di istituire un Parlamento europeo  (o Dieta o Stati generali), contraddistinto da  una serie di indicazioni assai specifiche (tra esse vi è, per esempio, quella di ricorrere al voto segreto affinché i deputati possano votare secondo le loro convinzioni profonde e non già condizionati da un interesse di parte, fosse pure quello del loro paese di provenienza).  Nella sezione X intitolata «Of real Benefits that flow from this Proposal about Peace», Penn  dichiara il proprio sconcerto nel vedere invocare il Dio misericordioso al fine di distruggere  i propri fratelli. Il Salvatore ha portato sì la guerra, ma si tratta di quella santa contro il diavolo. Inoltre nel Nuovo Testamento una sola volta Gesù è chiamato leone (Ap 5,5) mentre molto volte è definito agnello a causa della sua «dolce, mansueta, innocua natura» e «chi desidera essere discepolo della sua croce e del suo regno, perché essi sono inseparabili, deve essere come lui». In sostanza, nel saggio di Penn si ode un profondo motivo ispiratore religioso capace di essere tradotto in termini comprensibili anche da chi non condivide quel tipo di credo. La civiltà europea, quando è degna di tale qualifica, parla questo linguaggio.

Piero Stefani


[1] In italiano, William Penn, Discorso sulla pace presente e futura dell’Europa, in Daniele Archibugi, Franco Voltaggio, a cura di, Filosofi per la pace, Editori Riuniti, Roma, 1999. Il testo inglese è facilmente reperibile in rete: www.fredsakedmit.dk/library/penn.pdf

572 – Un’antica proposta di parlamento europeo (12.06.2016)ultima modifica: 2016-06-13T07:57:59+02:00da piero-stefani
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