501 – Tutti gli uomini nascono liberi e uguali (13.12.2014)

Pensiero della settimana, n.  501

 Tutti gli uomini nascono liberi e uguali

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Radio svizzera italiana  «Oggi, la storia»,  10 dicembre 2014
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      Il 10 dicembre 1948 fu firmata a Parigi la Dichiarazione universale dei diritti umani. Il suo primo articolo recita così: «Tutti gli uomini nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in uno spirito di fraternità». A distanza di oltre un secolo e mezzo, e avendo alle spalle due guerre mondiali, queste parole rievocano i «sacri principi» dell’89: libertà, uguaglianza e fraternità. Li dispongono però in una successione diversa: due sono collocati sulla tavola dei diritti, uno su quella dei doveri. È una differenza significativa. La fraternità non è un dato di partenza indiscutibile. Non ogni essere umano è mio fratello, ma ogni persona può diventare fratello o sorella se ci si relaziona reciprocamente «in spirito di fraternità». È una dinamica che richiama quanto avviene nel caso dell’amicizia: l’essere amici è una conquista comune.

     La più condivisa formulazione dei diritti umani si apre prospettando l’esistenza di un’obbligazione. Libertà e uguaglianza sono situate sì nella sfera dei diritti, ma sono anche collegate a un termine, «dignità», reso necessario dall’avere assistito, nel corso della prima metà del Novecento, a forme senza precedenti di degradazione attuate dall’uomo nei confronti dei propri simili. L’obbligazione si fonda sulla coscienza, parola innovativa rispetto alla trafila delle dichiarazioni dei diritti. Come indicano i dibattiti svoltisi in sede ONU in vista della stesura del documento, qui per coscienza non si intende la voce interiore che rende manifesta l’esistenza di una legge divina;  il termine attesta infatti la presenza nelle persone di un «sentimento che altri uomini esistono». Il dar ascolto all’apertura antropologica verso l’altro porta ad agire in spirito di fratellanza. Accanto alla ragione è quindi chiamato in causa il sentimento il quale però, lungi dall’indossare i panni molli della spontaneità, è rivestito da quelli più degni e impegnativi dell’obbligazione.

Piero Stefani

 

 

501 – Tutti gli uomini nascono liberi e uguali (13.12.2014)ultima modifica: 2014-12-13T09:28:11+01:00da piero-stefani
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