Marco Stefani . Alcune integrazioni alla discussione sulla Tav

Scrivo alcune integrazioni alla discussione sulla Tav. 

Brennero

I maggiori investimenti ferroviari in corso sono sul collegamento fra Italia e Germania. Nel 2006,  sono iniziati i cantieri per la perforazione del Brenner Basis Tunnel, da Fortezza ad Innsbruck, che insieme al contiguo Innertaller Tunnel avrà una lunghezza di quasi 63 km. Le condizioni geologiche di queste unità, al cuore metamorfico delle Alpi, sono sostanzialmente simili a quelle incontrare in Val di Susa e al momento non si sono incontrati particolari problemi ambientali. Il costo del solo Basis Tunnel eccederà i 20 miliardi di euro ed i lavori si dovrebbero concludere nel corso del prossimo decennio. Quando la galleria sarà terminata, il tratto Fortezza-Insbruck sarà percorsa in meno di 20 minuti. Sono attivi anche alcuni cantieri più a sud, nel tratto fino a Bolzano, con lunghe gallerie di Fortezza (circa 16 km) e Val Gardena. In progetto è anche una linea ad alta velocità da Bolzano a Modena. Ho personalmente esaminato, in via informale. la valutazione di impatto ambientale di un grande tunnel fra Trento ad Arco, che molto probabilmente influenzerebbe negativamente l’acquifero carsico di parte dei Lessini orientali, potenzialmente seccando i relativi acquedotti, se l’eventuale perforazione non fosse condotta con particolari cautele.

Val di Susa

Se i lavori fossero condotti con le dovute accurate cautele, i rischi ambientali della linea della Val di Susa sembrerebbero relativamente contenuti, anche se i resti delle rocce al fondo dell’antico oceano che separava Africa ed Europa, attraversati dalla perforazione, sono a tratti ricchi di serpentino, con una certa percentuale di amianto. Lo studio degli effetti ambientali della perforazione non si deve basare solo su proiezioni e considerazioni teoriche, dato è attiva da tempo la perforazione della galleria nel versante francese, che in rocce analoghe. I francesi hanno infatti già attuato ampi lavori di perforazione, per molti chilometri, nell’alta Morianne, fin quasi sotto il confine italiano. La valle francese è uno dei maggiori centri metallurgici di Europa, in particolare dell’allumino e forse anche per questa tradizione, oltre che per il coinvolgimento delle amministrazioni locali nella gestione ambientale, non vi sono state particolari proteste.

Perplessità economiche.

Ogni opera ha un suo costo ambientale, ma qui esso non sembra essere particolarmente drammatico ed  è almeno in parte compensato dal ridotto impatto energetico ed ambientale del trasporto ferroviario, rispetto a quello su gomma. Perplessità sulla TAV possono invece derivare dall’opportunità di investire molte decine di miliardi di euro in un momento di forte crisi economica, a discapito di una rete ferroviarie ordinaria che richiederebbe forti investimenti di manutenzione e miglioria, si pensi alle gravi carenze dei treni locali e per pendolari. Del resto, il discorso della compatibilità economica e saggezza politica di infrastrutture costosissime ed irrealistiche, come il ponte sullo Stretto di Messina, si potrebbe estendere alle forti spese in atto per gli armamenti, come l’acquisizione degli aerei F 35 Lightning II. Il costo minimo ufficiale di  ciascun velivolo è di almeno 80-90 milioni, ma si stima con i sistemi d’arma e in configurazione operativa esso costerà fra i 120 e i 140 milioni, per il modello base (F35A), assai di più per quello a decollo corto ed atterraggio-appontaggio verticale (F 35 B), che dovrebbero equipaggiare la Portaerei Cavour, che da sola è già costata oltre 1.300 milioni di lire, pur essendo ancora priva di una squadra di volo minimamente adeguata. Un singolo sito di montaggio e manutenzione per F 35 dovrebbe costare sui 800 milioni.  Se si considera che si progetta l’acquisto di 69 esemplari del modello F35A e di 62 di quello B, sembra realistica una stima superiore ai venti miliardi di lire del progetto di potenziamento dell’aereonautica (vedi stime fra l’altro del Sole 24), a fronte di una utilità per la difesa del territorio non chiara, quanto meno per la costosissima componente imbarcata, del resto esplicitamente indicata come strumento di “esportazione di potenza” (dove?).

 

                                                                           Marco Stefani

Marco Stefani . Alcune integrazioni alla discussione sulla Tavultima modifica: 2012-03-31T06:45:00+02:00da piero-stefani
Reposta per primo quest’articolo