Vicenda Meis _ Parla l’ex sindaco

16 La Nuova Ferrara


 

I VENEROI’ 14 MAGGIO 2010


 

CRONACA DI FERRARA

Le dimissioni di Stefani sono «un caso chiuso, non spetta al Comune trovare soluzioni»

«Deve intervenire il ministero»

Museo della Shoah, parla l’ex sindaco: la città non si mostri divisa

 

«Comunque la si pensi non bisogna dimenticare che il Museo nazionale dell’Ebrai­smo e della Shoah è, come di­ce il nome stesso, un proget­to nazionale che riguarda in­nanzitutto il Ministero dei Beni culturali, non siamo in presenza di un’iniziativa del Comune, Ferrara è coinvolta e interessata, ma il museo è e resta nazionale e questo fat­to va salvaguardato dalle po­lemiche abituali interne alla città».

È il parere di Gaetano Sate­riale. L’ex sindaco, sotto il cui mandato il progetto ha preso forma, consiglia pru­denza e misura nei giudizi, sa per esperienza che il Mu­seo è una creatura fragile e che Ferrara non ha interesse a mostrarsi divisa: «È un pro­getto che suscita invidia e scatena la competizione. Non ci dimentichiamo che a Roma decisero di fare un Mu­seo della Shoah dopo che il Parlamento aveva approvato una legge che aveva scelto Ferrara come sede del Mu­seo nazionale».

n caso Stefani lo ritiene chiuso. «Piero Stefani era an­che il mio candidato, la sua competenza è riconosciuta ed è fuori discussione. Nono­stante i contrasti con lui ve­do che anche il presidente della Fondazione, Riccardo Calimani, riconosce le com­petenze di Stefani. Chi ha frrmato il documento di soste­gno a Stefani e di critica al­l’amministrazione comunale l’ha fatto in buona fede. lo, per quel che so e che leggo, ritengo che il contrasto tra Stefani e Calimani fosse irri­mediabile, ma credo che la causa sia da· cercare nello statuto della Fondazione: sul ruolo del direttore scientifi­co c’è una certa ambiguità. Sarebbe stato opportuno pre­vedere una figura di diretto­re a tutto tondo, con compe­tenze tecniche e gestionali, non solo scientifiche. Date le condizioni, nè Stefani, nè Calimani potevano rimediare. n presidente voleva una figu­ra che gli risolvesse anche problemi gestionali e queste non erano le competenze di Stefani. D’altra parte non si poteva pensare Stefani accet­tasse un’alterazione del pro­prio ruolo o che Calimani sbrigasse faccende da diretto­re amministrativo».

Adesso, secondo Sateriale, non si può chiedere al Comu­ne di trovare la soluzione. «Non può e non sarebbe nem­meno giusto un intervento di­retto del Comune. Ci sono da nominare due membri dimis­sionari del consiglio d’ammi­nistrazione e spetta al Mini­stero scegliere le persone più idonee a rilanciare il proget­to, che per fortuna sta avan­do avanti. n bando di concor­so ci dice che la macchina è in movimento, ci sono studi internazionli che si stanno fa­cendo avanti».

Ma intanto bisogna nomi­nare il sostituto di Stefani: «Intravedo un problemino. La nomina spetta al Cdec (il Centro di documentazione ebraico contemporaneo d Mi­lano) e questo è un lascito dell’idea originaria, quando si pensava al Museo della Shoah, che poi è diventato il Museo dell’Ebraismo italia­no e della Shoah. È cambiato molto, bisognerebbe tenerne conto». (m.p.)

Vicenda Meis _ Parla l’ex sindacoultima modifica: 2010-05-14T17:09:00+02:00da piero-stefani
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