MEIS – Rassegna 14 maggio 2010

 “…Il peggio è sapere che non avremo dei figli, abbastanza adulti e intelligenti (non li avremo affatto), che potranno spiegarci domani ciò che capita sotto i nostri occhi oggi quando loro non sono ancora nati.”

Rocco Scotellaro, Dai Frammenti dell’Uva puttanella

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·         Ieri, giovedì 13 maggio, su www.estense.com è stata pubblicata un’intervista in video a Piero Stefani. L’indirizzo completo è: http://www.telestense.it/contatti_amico.php?Id=15103

 

·         Il Resto del Carlino, oggi 14 maggio ha pubblicato due lettere: una di Daniele Lugli, pubblicata ieri sulla Nuova Ferrara, di cui ho riferito nel resoconto di ieri, e l’altra di Andrea Rossi. Anche La Nuova Ferrara pubblica due lettere: una di Andrea Rossi e l’altra di Paolo Giardini.

 

·         Pubblico sotto i testi delle lettere di Andrea Rossi e Andrea Giardini

 

·         Comunico infine che mi sono pervenute in ritardo una dozzina di adesioni alla nostra lettera alla stampa. (a.m.)

 

  

MUSEO EBRAICO/1

 

La mia solidarietà al professor Stefani

 

Esprimo la mia personale solidarietà al mio ‘vecchio’ professore Piero Stefani, uno di quei maestri di storia che auguro a qualunque studente di avere. Basterebbe la lista delle personalità che si sono espresse in questi giorni a favore di uno dei più importanti studiosi italiani di ebraismo per distribuire torti e ragioni nel giusto modo.

Se la controffensiva istituzionale del Meis per voce di Riccardo Calimani mi era parsa poco appropriata nei toni e negli argomenti, quella politica, che si legge in questi giorni sulle pagine dei giornali, mi sembra davvero stupefacente. Per il sindaco e l’assessore alla cultura, infatti, le dimissioni di Stefani, che hanno avuto una eco profonda in tutto il mondo accademico ferrarese (e non solo) paiono un fatto avvenuto su Urano; un battibecco fra studiosi che evidentemente non hanno alcun legame con la città, la quale, solo di striscio, e forse involontariamente, dovrebbe ospitare un futuro museo della Shoah. Qualcuno forse potrà essere stupito da questo atteggiamento. In  realtà i rapporti fra questa classe dirigente e la storia, anche la propria, è sempre stato difficile. Anzi, forse inesistente. La dice lunga un episodio di qualche anno fa, quando chi scrive, assieme all’amico e studioso Davide Guarnieri, caricò sulla propria macchina, “gratis et amore Dei” decine e decine di faldoni per salvarli dall’invio coatto al macero. Non erano fogli qualunque: era l’archivio di 50 anni  di storia della Dc ferrarese, che attualmente sono depositati all’Istituto di storia con temporanea di Ferrara, dove sono in fase di ordinamento: verbali di direzioni, di congressi, corrispondenze, fotografie ed altro. Se l’attuale classe dirigente cittadina riteneva che la propria storia meritasse il cassonetto dei rifiuti, non c’è da stupirsi per lo scarso calore con cui segue le vicende del Meis. Nil novum sub sole. Purtroppo.

Andrea Rossi

 

 

MUSEO EBRAICO/2

 

Polemiche nuove e vecchie maniere

 

«Se il sindaco e il direttore generale non vanno d’accordo, non se ne va Tagliani, se ne va Finardi». Così il sindaco ha prospettato alla stampa la sua sbrigativa chiave di lettura della vicenda scaturita dall’uscita di Piero Stefani dal Meis sbattendo la porta.

Che questa sia una regola vigente a Ferrara è noto, confermata anni fa da un famoso disaccordo fra sindaco e direttore generale finito a quel modo, ma ha un difetto non lieve: se quello dei due che ha torto marcio è il più alto in grado si può esser certi che il futuro sarà guastato dagli errori della parte vincente.

E’ più che ragionevole che il sindaco non abbia potuto dirimere le divergenze di vedute fra Stefani e Calimani in una controversia resa manifesta a cose fatte, con posizioni divenute inconciliabili. Per questo motivo si può comprenderne l’insofferenza per la lettera aperta a lui indirizzata, firmata da 74 esponenti della cultura, che solidarizzano con Stefani lamentando la carenza del Comune per la sua responsabilità nei confronti della città.

Tuttavia c’è un altrettanto ragionevole dubbio che il contrasto fra le due personalità non sia banalmente confinabile ai soli problemi personali, perché anche senza essere intellettuali, o coltissimi come il professor Stefani, è stato fin troppo evidente notare che qualcosa traggiava nell’affollatissima conferenza dell’8 aprile al Teatro Comunale coordinata dal presidente Meis Calimani. Ciò che traggiava troppo rumorosamente erano le parole conclusive del Calimani, che con molta determinazione chiedeva ai suoi prestigiosi ospiti idee su come impostare il futuro museo dell’ebraismo e della Shoah. Idee – precisava con enfasi – che non avrebbe smesso in futuro di sollecitare con insistenza. La calda umanità del Calimani faceva sicuramente presa sul pubblico. Almeno per quella parte di pubblico ignara che era già stato stilato il bando di concorso internazionale per il progetto del museo. Per chi invece sapeva del bando praticamente emesso, era una dichiarazione di guerra sulla validità dei contenuti del bando. Ma allora perché emetterlo? Dov’è il doveroso rispetto per il tanto lavoro fatto e, soprattutto, per il tantissimo lavoro altrui richiesto dalla gara d’appalto ritenuta inutile? Dov’è la serietà e la professionalità? A quella conferenza c’erano Tagliani, Maisto e altri amministratori, usciti sorridenti e soddisfatti. Giustamente sorridenti. Apprendendo che il bando in corso d’emissione valeva come i bond argentini, la constatazione di un episodio di responsabilità pubblica Conacocompatibile è sempre una consolante rassicurazione.

Paolo Giardini

 

MEIS – Rassegna 14 maggio 2010ultima modifica: 2010-05-14T17:18:00+02:00da piero-stefani
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Un pensiero su “MEIS – Rassegna 14 maggio 2010

  1. La proposta di aprire ai cittadini la discussione a proposito del MEIS è certamente valida, ma non credo si possa realisticamente pretendere che Tagliani e Maisto se ne assumano da soli la responsabilità. Al di là delle coreografie politico-istituzionali, sarebbe bene chiarire “l’oggetto del contendere” (per citare Andrea Vaccari), rendendo accessibili i contenuti dellla bozza di progetto messa all’odg del CdA. Sarebbe salutare offrire ai cittadini, non solo a Ferrara, la possibilità di seguire la dscussione con cognizione di causa.

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