MEIS_Notizie del 13 maggio 2010

Meis: News del 13 maggio 2010

I media locali hanno pubblicato la lettera con cui Piero Stefani ha proposto un pubblico dibattito sulla vicenda Meis.

Tagliani (sindaco di Ferrara) non svicola, ma pone una questione di fondo, commenta il Resto del Carlino:

“Possiamo ragionare pubblicamente sulle scelte di metodo – afferma – è invece difficile esprimersi  sulle motivazioni delle dimissioni o interferire sulle motivazioni delle dimisioni del CdA di cui il Comune è solo una delle parti. Può essere utile confrontarci  sulle prospettive di realizzazione del Museo, ma le energie, anche di chi si schiera con Stefani, servono a raggiungere l’obiettivo finale. Non a stabilire chi abbia ragione o torto – conclude Tagliani -, nella vivenda che ha visto l’amministrazione  interessata solo a dimissioni presentate, Solo così il dibattito può non risultare sterile”.

La Nuova Ferrara ha pubblicato un’intervista al prof. Calimani, presidente del Meis.

L’intevista è titolata Stefani incapace di dialogo e riporta in premessa, con rislato tipografico, queste parole del presidente Calimani:

Non capisco perché Stefani abbia tirato in ballo l’amministrazione comunale. Le sue dimissioni sono state accettate dalla maggioranza del consiglio di amministrazione, il Comune è completamente fuori da questo discorso”. “Non capisco il senso della proposta di un confronto pubblico fatta da Stefani, la considero una forma di demagogia narcisistica”.

Ho deciso (io, Antonio Martino) di non intervenire pubblicamente finquando i vertici comunali non avranno preso una decisione sulla proposta di Stefani e mi limito a un No comment.

La Nuova così conclude il servizio (firmato gi.ca.):

“Ma Michele Sacerdoti, rappresentante della Comunità ebraica e componente del cda del Meis spera che questa decisione sia rivedibile, anche se mi sembra difficile. Sapevo che erano sorti dissapori ma non mi aspettavo questa evoluzione. Credo che la competenza di Stefani sia indiscutibile e che sarebbe utile al progetto”.

La Nuova, infine, ha pubblicato una lettera di Daniele Lugli, difensore civico della regione Emilia-Romagna e firmatario della lettera di solidarietà a Piero Stefani.

Caro Tiziano , ho ragioni per credere, e anche tu ne hai, di essere tra i firmatari che giudichi “buoni amici”. Vorrei che considerassi la preoccupazione di fondo che ha mosso me, e credo altri, ad aderire all’iniziativa, che mi è parsa opportuna, promossa da Martino e Baratelli.

La conoscenza che abbiamo di Stefani induce a ritenere che un gesto così forte sia motivato da ragioni che meritano attenta valutazione e dalla fondata convinzione che il Progetto del MEIS non proceda nella giusta direzione.

Dici che alla luce di quanto avvenuto ( e apprendo del tuo interessamento fin dal febbraio scorso) non vi sono possibilità di un intervento nella vicenda da parte del Comune. In senso stretto ciò è certamente vero. Nè credo che Stefani dia dimissioni pubbliche per poi ritirarle.

Da questo credo derivi il giudizio essere la lettera priva di “senso giuridico”. Che sia priva anche di “senso civico” mi pare forzato. Al di là di toni che puoi ritenere ingiusti, per l’impegno che anche in questa occasione hai profuso, è chiaro l’invito a te, e all’Amministrazione che presiedi, a fare il possibile per la buona riuscita di un progetto così importante e condiviso.

Non ho suggerimenti utili da dare al riguardo. Mi è parso giusto, proprio per il “senso civico” che cerco di mantenere,  condividere preoccupazione e invito alla massima attenzione. Per quello che mi riguarda, ma sono certo che questo sia vero anche per gli altri firmatari, sono pronto ad ogni collaborazione ritenuta utile.

Un caro saluto

Daniele Lugli

Ecco ora il (resto del) testo dell’intervista al presidente Calimani:

Calimani non ha mandato giù il documento a sostegno di Stefani, firmato da 74 rappresentanti del mondo della cultura e pubblicato ieri dalla stampa. «lo la vedo così attacca il presidente del Meis – Stefani ha rassegnato le dimissioni ma poi è arrivato quel documento firmato da suoi amici non informati sui fatti. Forse – dò una mia interpretazione – Stefani ha annunciato la sua uscita per cercare di rientrare successivamente, alle sue condizioni. il cda però ha preso una decisione che non è negoziabile, non è più possibile tornare indietro. E pensare che ero stato io a insistere per averlo come direttore scintifico, ora sono sicuro che dalla consultazione che avvieremo potrà scaturire una scelta che con­sentirà al progetto di proseguire il suo percorso in modo proficuo».

«Proficua», secondo Calimani, che sembra intenzionato a togliersi qualche sassolino, non è stata l’indicazione di Stefani alla direzione scientifica del Meis. Perchè? «lo voglio difendere la mia posizione ma non voglio mettermi sullo stesso piano di Stefani, che chiamando in causa il Comune ha compiuto un atto che definirei sguaiato – risponde il presi­dente – Cosa c’era che non andava? Non ho alcun motivo al di là delle vicende contingenti per scontrarmi con lui. E’ una persona preparata e competente, incapace però di instaurare un dialogo e di lavorare in equipe. E poi non era presente, come invece chiedeva il consiglio di amministrazione: troppo spesso era in giro a fare conferenze. Ma il progetto museale richiede anche un lavoro più minuto, di tipo organizzativo, come ad esempio la mappatura degli oggetti. Con Stefani su questo punto c’è stato un contrasto, come per la Festa del Libro Ebraico. lo la consideravo un modo per am­plificare l’interesse attorno al progetto del Museo, lui no. lo avevo proposto di regalare dei libri alla biblioteca del Museo, lui l’aveva snobbata. Oggi la disponibilità è di 850 volumi. Credo che un dibattito sulla ferraresità del progetto non sia opportuno nè utile a nessuno, anzi sarebbe provinciale. lo non sono ferrarese, ma mi considero ferrarese d’adozione, a questo progetto e a questa città tengo molto».

Il presidente vuoI ribadire che non intende «abbassare la soglia del confronto, come vorrebbe qualcuno, ma tutti siamo utili e nessuno è indispensabile. E’ stato il consiglio a decidere di superare questo stato di tensione accettando le dimissioni del direttore. In una struttura come questa c’è bisogno di un direttore scientifico che sia allo stesso tempo un direttore operativo. Ora ci stiamo muovendo per reperire questa figura».

La chiosa finale è perentoria: «Anche se qualcuno replicherà a queste dichiarazioni, su questo tema non inten­do tornare in futuro».

 

 

MEIS_Notizie del 13 maggio 2010ultima modifica: 2010-05-13T11:34:48+02:00da piero-stefani
Reposta per primo quest’articolo