Calimani-Stefani, lo scontro totale
Museo Shoah, replica il presidente: «Piero era in conflitto con l’intero cda»
di Marcello Pradarelli
Il Museo dell’Ebraismo italiano e della Shoah (Meis) perde un pezzo proprio mentre viene emesso il bando per rimettere in sesto l’ex carcere di via Piangipane che dovrà ospitare l’esposizione permanente.
Se ne va sbattendo la porta il direttore scientifico della Fondazione Meis Piero Stefani. Che sia un danno è pacifico. Stefani alle qualità e al prestigio intellettuali – esperto biblista, grande conoscitore della cultura ebraica, animatore del dibattito tra cristiani ed ebrei – associa il fatto di essere ferrarese. Sembrava l’incarnazione perfetta del direttore scientifico per il Museo che deve sorgere a Ferrara. Ma i fortissimi contrasti con il presidente della Fondazione Riccardo Calimani hanno convinto Stefani a dimettersi (il perché lo spiega nella lettera che inizia in prima e continua a pagina 23). Le dimissioni sono state inevitabilmente accettate essendo radicale la rottura tra presidente e direttore. Calimani, autorevole storico e scrittore dell’ebraismo, replica alle critiche di Stefani.
Professor Calimani, la principale accusa riguarda la sua “gestione padronale”, in virtù della quale ha sminuito il ruolo dei collaboratori e dello stesso direttore scientifico.
«Mi dispiace non essere d’accordo con la tesi di Stefani. il conflitto non l’ha avuto con me, ma con tutto il consiglio di amministrazione. Quindi sbaglia il bersaglio della sua polemica. Devo dire francamente che trovo anche stupefacente questo modo di procedere da parte di Stefani».
Intende il fatto di aver reso pubblico il contrasto con una lettera aperta? «Precisamente» .
Stefani la accusa di avergli negato la collaborazione di esperti per mettere a punto il progetto museale.
«Non corrisponde alla verità. Nessuno gli ha mai negato nulla, tant’è che erano state accantonate delle somme per le collaborazioni».
L’accusa più dura che le viene mossa e anche quella più preoccupante, almeno dal punto di vista dei ferraresi che hanno delle aspettative sul Meis, è che lei non si sta impegnando per divulgare il bando per la progettazione del Museo.
«Francamente anche questo è sorprendente come dimostra tutto quello che è stato fatto in questo periodo. Se c’è qualcuno che si sta prodigando a questo scopo è il consiglio e io in particolare. Queste polemiche sono frutto di delusioni, le considero una forte caduta di stile. Mi dispiace moltissimo perché considero Piero Stefani come una persona di grande livello culturale e non a caso sono stato io a proporlo come direttore scientifico».
Stefani gliene dà atto.
Ma col senno di poi ritiene che la proposta sia stata avanzata per avere poi un direttore al proprio servizio.
«Chi mi conosce sa che sono così geloso della mia libertà di pensiero da essere geloso anche della libertà di pensiero altrui. Non avrei chiesto mai alcuna gratitudine per la nomina, un minimo di lealtà sì. Non sono un obbediente e non desidero l’obbedienza altrui».
Non ha nulla di cui rimproverarsi per questa rottura di rapporto?
«Sono dispiaciuto di questo fallimento. Stefani è culturalmente una persona di prim’ordine, evidentemente non basta per essere anche dei buoni collaboratori>.
Ora dovrà sostituire Stefani. Non può «sbagliare» un’altra volta.
«Il problema è proprio questo».
Mi permetta di tornare al Museo da realizzare. Molti non vedono il necessario impegno.
«La Festa del libro ebraico (ospitata a Ferrara dal 17 al 21 aprile) è stata voluta fortemente da me e ha avuto, mi pare, un buon risultato, grazie anche a qualche aiuto finanziario. E’ la dimostrazione che crediamo nel progetto del Meis. Con la pubblicazione del bando abbiamo ottenuto un primo grande risultato. Presto con il sindaco di Ferrara e la Soprintendenza faremo una conferenza stampa per far conoscere alla città i contenuti del bando. Tutti mi chiamano per saper del bando e la Festa del libro è stata un biglietto da visita importante, ora serve tutta la forza necessaria per andare avanti in una fase di crisi economica.
Ma le rotture indeboliscono.
«Sono fortemente dispiaciuto dalla polemica innescata da Stefani, ma riguarda gli individui, non il progetto. A proposito, la biblioteca del Museo conta già 850 libri, è un buon inizio, un altro piccolo ma deciso passo».
TAGLIANI
«Attenti, sono mesi decisivi»
Stefani non è avaro di critiche nemmeno nei confronti del Comune, il cui rappresentante nel cda della Fondazione Meis (SauI Meghnaghi) è però schierato con Calimani.
Il sindaco Tagliani non è intenzionato a dar fuoco alle polveri.: “ Mi dispiace che Stefani abbia deciso di non proseguire nel suo incarico. C’era una forte divergenza tra lui e il presidente e io non posso che prendere atto che la rottura non è componibile. Confido nella sollecita nomina da parte del ministero dei due membri mancanti nel cda e che ciò restituisca collegialità e massima operatività alla Fondazione, dato che i prossimi mesi saranno decisivi. Sono contento che la Festa del libro sia andata bene”.
Il bando da 30 milioni per la realizzazione del Meis scade il 3° settembre. Il committente è la Direzione regionale per i beni culturali.