Il presidente del Meis e il sindaco di Ferrara sulle dimissioni di Piero Stefani

SABATO 8 MAGGIO 2010     CRONACA DI FERRARA       LA NUOVA

 

Il direttore ferrarese della Fondazione lascia l’incarico: «Gestione padronale e scarso impegno»

Calimani-Stefani, lo scontro totale

Museo Shoah, replica il presidente: «Piero era in conflitto con l’intero cda»

 

di Marcello Pradarelli

 

Il Museo dell’Ebraismo italiano e della Shoah (Meis) perde un pezzo proprio mentre viene emesso il bando per rimettere in sesto l’ex carcere di via Piangipane che dovrà ospitare l’esposizione permanente.

 

Se ne va sbattendo la porta il direttore scientifico della Fondazione Meis Piero Stefa­ni. Che sia un danno è pacifico. Stefani alle qualità e al prestigio intellettuali – esper­to biblista, grande conoscito­re della cultura ebraica, ani­matore del dibattito tra cristiani ed ebrei – as­socia il fatto di essere ferra­rese. Sembrava l’incarnazio­ne perfetta del direttore scientifico per il Museo che deve sorgere a Ferrara. Ma i fortissimi contrasti con il presidente della Fondazione Riccardo Calimani hanno convinto Stefani a dimettersi (il perché lo spiega nella let­tera che inizia in prima e con­tinua a pagina 23). Le dimis­sioni sono state inevitabil­mente accettate essendo radi­cale la rottura tra presidente e direttore. Calimani, auto­revole storico e scrittore del­l’ebraismo, replica alle criti­che di Stefani.

 

Professor Calimani, la principale accusa riguar­da la sua “gestione padro­nale”, in virtù della quale ha sminuito il ruolo dei collaboratori e dello stes­so direttore scientifico.

«Mi dispiace non essere d’accordo con la tesi di Stefa­ni. il conflitto non l’ha avuto con me, ma con tutto il consi­glio di amministrazione. Quindi sbaglia il bersaglio della sua polemica. Devo di­re francamente che trovo an­che stupefacente questo mo­do di procedere da parte di Stefani».

 

Intende il fatto di aver reso pubblico il contrasto con una lettera aperta? «Precisamente» .

Stefani la accusa di aver­gli negato la collaborazio­ne di esperti per mettere a punto il progetto museale.

 

«Non corrisponde alla ve­rità. Nessuno gli ha mai ne­gato nulla, tant’è che erano state accantonate delle som­me per le collaborazioni».

 

L’accusa più dura che le viene mossa e anche quel­la più preoccupante, alme­no dal punto di vista dei ferraresi che hanno delle aspettative sul Meis, è che lei non si sta impegnando per divulgare il bando per la progettazione del Mu­seo.

«Francamente anche questo è sorprendente come  dimostra tutto quello che è sta­to fatto in questo periodo. Se c’è qualcuno che si sta prodi­gando a questo scopo è il con­siglio e io in particolare. Que­ste polemiche sono frutto di delusioni, le considero una forte caduta di stile. Mi di­spiace moltissimo perché considero Piero Stefani co­me una persona di grande li­vello culturale e non a caso sono stato io a proporlo co­me direttore scientifico».

Stefani gliene dà atto.

 

Ma col senno di poi ritiene che la proposta sia stata avanzata per avere poi un direttore al proprio servizio.

 

«Chi mi conosce sa che so­no così geloso della mia li­bertà di pensiero da essere geloso anche della libertà di pensiero altrui. Non avrei chiesto mai alcuna gratitudi­ne per la nomina, un minimo di lealtà sì. Non sono un ob­bediente e non desidero l’ob­bedienza altrui».

Non ha nulla di cui rim­proverarsi per questa rot­tura di rapporto?

«Sono dispiaciuto di que­sto fallimento. Stefani è cul­turalmente una persona di prim’ordine, evidentemente non basta per essere anche dei buoni collaboratori>.

 

Ora dovrà sostituire Ste­fani. Non può «sbagliare» un’altra volta.

«Il problema è proprio que­sto».

 

Mi permetta di tornare al Museo da realizzare. Molti non vedono il neces­sario impegno.

 

«La Festa del libro ebraico (ospitata a Ferrara dal 17 al 21 aprile) è stata voluta fortemente da me e ha avuto, mi pare, un buon risultato, grazie anche a qualche aiuto finanziario. E’ la dimostrazio­ne che crediamo nel progetto del Meis. Con la pubblicazio­ne del bando abbiamo ottenu­to un primo grande risultato. Presto con il sindaco di Fer­rara e la Soprintendenza fa­remo una conferenza stampa per far conoscere alla città i contenuti del bando. Tutti mi chiamano per saper del bando e la Festa del libro è stata un biglietto da visita importante, ora serve tutta la forza necessaria per anda­re avanti in una fase di crisi economica.

Ma le rotture indeboli­scono.

 

«Sono fortemente dispia­ciuto dalla polemica innesca­ta da Stefani, ma riguarda gli individui, non il progetto. A proposito, la biblioteca del Museo conta già 850 libri, è un buon inizio, un altro pic­colo ma deciso passo».

 

 

 

 

TAGLIANI

 «Attenti, sono      mesi decisivi»

 

Stefani non è avaro di critiche nemmeno nei confronti del Comune, il cui rappresentante nel cda della Fondazione Meis (SauI Meghnaghi) è però schierato  con Calimani.

Il sindaco Tagliani non è intenzionato a dar fuoco alle polveri.: “ Mi dispiace che Stefani abbia deciso di non proseguire nel suo incarico. C’era una forte divergenza tra lui e il presidente e io non posso che prendere atto che la rottura non è componibile. Confido nella sollecita nomina da parte del ministero dei due membri mancanti nel cda e che ciò restituisca collegialità e massima operatività alla Fondazione, dato che i prossimi mesi saranno decisivi. Sono contento che la Festa del libro sia andata bene”.

Il bando da 30 milioni per la realizzazione del Meis scade il 3° settembre. Il committente è la Direzione regionale per i beni culturali.

 

 

 

 

 

Il presidente del Meis e il sindaco di Ferrara sulle dimissioni di Piero Stefaniultima modifica: 2010-05-08T05:45:00+02:00da piero-stefani
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