288 – Discese agli inferi (Pasqua 2010)

Il pensiero della settimana n. 288

  

Le scorie legate all’idea del limbo perturbano ancora la nostra comprensione della iconografia pasquale. Lo stesso vale per il modo di intendere l’affermazione contenuta nel cosiddetto Simbolo (Credo) «degli apostoli» secondo cui Gesù Cristo «fu crocifisso, morì, fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte». La precomprensione media è ancora quella, di origine dantesca, connessa alla «fede che vince ogne errore» in cui «un possente, con segno di vittoria coronato» (cfr. Inferno II,48-54) trasse da quel luogo la parte selezionata di umanità di cui si fa menzione nella storia biblica. Gli inferi non sono però il limbo, fantastico «luogo sospeso» nato da una visione grettamente giuridica della salvezza e ormai consegnato, a sua volta, al limbo delle cose inesistenti.

L’icona orientale tiene, invece, ben fermo il senso fondamentale della discesa agli inferi (non al limbo). Le porte dell’inferno sono scardinate e colui che non è ancora asceso al cielo è già capace di prendere per mano Adam e dietro di lui tutti gli altri giusti. Il cuore della resurrezione sta non nell’uscita dalla tomba, ma nel fatto che il Padre renda salvifica la morte del Figlio. Ciò avviene non nel momento in cui il Figlio sulla croce paga  – collocato su una ipotetica bilancia divina – il supposto prezzo del peccato, ma quando, in virtù della propria morte, egli sottrae al regno infero coloro che vi erano precipitati. La resurrezione è la possibilità estrema divenuta reale di riscattare il passato. La vera vittoria sulla morte non sta nel guardare in avanti; al contrario, essa si dispiega nell’accogliere e dar vita a quanto è stato. Nessuno può risorgere se non chi prima ha vissuto e sperimentato fino in fondo in sé il venir meno della vita. Il destino naturale dell’esistenza è infero, non celeste. Per sperare nel riscatto occorre affermare, non negare, questa prospettiva.

Redimere significa salvare il passato. Soltanto attraversando la morte è dato di non concedere ad essa l’ultimo ammutolimento. Gesù chiama fuori dalla tomba Lazzaro, ma negli inferi prende per mano Adam. Qui, cessata ogni distanza, entra in contatto diretto con i morti a cui ridà vita. La prima vittoria ha luogo nel mondo sotterraneo. Ciò comporta che quanto è dato di vedere nel regno della luce e dell’aria non  manifesti alcuna variazione. Sulla superficie della terra continua a essere suonata sempre la stessa musica: si nasce, si cresce, ci si ammala, si invecchia e si muore. Le leggi della vita e della morte sono restate le medesime. La selezione naturale non ha cessato di operare e i forti continuano a prevalere sui deboli. L’affermarsi di una redenzione in grado di riscattare il passato e, quindi, di dar salvezza in avvenire al nostro presente non muta la partitura dell’esistenza. Vi è un solo passaggio decisivo: la discesa agli inferi di Gesù Cristo può attribuire, nella speranza, un altro significato a quella musica che prosegue a risuonare identica. La discesa agli inferi da parte di Gesù Cristo è l’unica caparra che rende credibile l’aver conseguito la vittoria sulla morte in un mondo tuttora  retto dalla immutata logica del vivere e del morire.

Tempo addietro si è scoperta una doppia lettura della Sonata in sol minore per violino solo (BWV 1001) di Johann Sebastian Bach. Se si segue un determinato sistema di decodificazione di stampo cabalistico in voga in epoca barocca, la sonata  si rivela una trascrizione musicale di questo testo: «Ex Deo nascimur, in Christo morimur, per Spiritum sanctum reviviscimus». Il senso dell’origine e della Pasqua non può essere detto meglio. La musica della vita (ben più aspra di quella di Bach) non cambia: essa è dotata di una sua logica interna che non consente addolcimenti; è disonesto negare che sia così. Soltanto passando attraverso quella immutata successione di note, nella fede e nella speranza (non nel logos), è dato affermare che si nasce da Dio, si muore in Cristo e ci è ridata la vita nello Spirito.

Piero Stefani

 

 

288 – Discese agli inferi (Pasqua 2010)ultima modifica: 2010-04-02T15:46:00+02:00da piero-stefani
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