99 – Tra vignette e barbarie (12.02.06)

Il pensiero della settimana n. 99

 

L’inatteso esplodere, dopo settimane di incubazione, delle violenze musulmane causate dalla pubblicazione di vignette satiriche denigratorie dell’islam e del suo Profeta ha indotto alcuni a passare in rassegna le  classiche posizioni musulmane in tema di immagini. Fatica inutile. Non si tratta affatto di questo. Che in vecchie illustrazioni musulmane Muhammad sia stato rappresentato con il volto velato o scoperto non ha nulla a che vedere con quanto sta succedendo.

In realtà si è di fronte a fenomeni che non hanno nulla di arcaico. Essi si giustificano solo in base a un uso politico e ideologico del religioso tipico dell’età contemporanea. A tutti dovrebbe apparire evidente che quanto muove le masse musulmane non è la tutela della sacralità della figura del Profeta bensì il loro risentimento antioccidentale. A testimoniarlo in modo inequivoco sono le modalità stesse della protesta diretta non contro i responsabili degli atti offensivi ma, più in generale, contro tutto quanto rappresenta l’Occidente. O meglio, le vignette hanno consentito di additare alle masse islamiche qualche colpa propriamente europea distinta da quella, consueta, di essere solidali con gli USA. Finora infatti l’Europa era stato odiata soprattutto per la sua collusione con gli americani, oggi può essere presa di mira direttamente. Non esiste un Occidente meno negativo di un altro; in esso tutto è marcio.

L’Autorità Nazionale Palestinese dipende in misura consistente dagli aiuti dell’UE. È vero che su tale fronte non si è esercitato un sufficiente controllo e che questo fiume di denaro è stato, in parte considerevole, drenato dalla corruzione; tuttavia l’esistenza degli aiuti è a tutti nota. Eppure a Gaza è stata assaltata proprio la sede UE; istituzione che nel contempo viene messa in guardia di non sospendere gli aiuti ai palestinesi a motivo della vittoria di Hamas. Che il violento risentimento contro l’Occidente si rivesta di panni musulmani è facilmente spiegabile: solo l’islam può far convincere della propria superiorità chi si sente escluso dal potere e dal benessere. Da questo punto di vista è come se le masse musulmane di tutti i paesi avessero introiettato le posizioni di Malcom X e dei black muslim. Le dinamiche che valevano negli USA degli anni sessanta in un mondo globalizzato incidono a vastissimo raggio.

Che in molti paesi musulmani, a cominciare dall’Arabia Saudita, la simbiosi con l’Occidente sia il principale motivo di arricchimento e di potere delle classi dirigenti costituisce il cuore stesso della denuncia dell’islam radicale, rivoluzionario e terrorista. Per questo motivo trovare  colpe esterne rispetto alle quali quelle classi dirigenti si sentono indenni – e le vignette blasfeme entrano di sicuro in quest’ambito – è operazione in fin dei conti rassicurante. Perciò fino a quando non si avrà il sospetto che divengano un terreno fertile per al Qaeda (od organizzazioni similari) le proteste saranno in sostanza tollerate, se non favorite.

I movimenti terroristici di matrice islamista sono coinvolti fino al collo nella cultura dell’immagine. Senza il mondo dei mass-media essi scomparirebbero nel giro di poco tempo. I video e al-Jazeera li tengono in piedi molto di più che i versetti del Corano. Non ha alcun titolo per sdegnarsi di vignette di pessimo gusto e offensive di una grande figura religiosa chi ritiene di ottenere qualche beneficio da video che contengono scene di sgozzamento di persone umane o di individui orgogliosi di rendere il loro corpo strumento di morte per altri uomini. Solo  il musulmano che denuncia le barbarie mass-mediatiche compiute in nome dell’islam può legittimamente sdegnarsi per le immagini blasfeme del suo Profeta.

 Piero Stefani

99 – Tra vignette e barbarie (12.02.06)ultima modifica: 2006-02-11T16:25:00+01:00da piero-stefani
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