588 – Il sale della terra (13.11.2016)

Il pensiero della settimana, n. 588

 Il sale della terra

     «Voi siete il sale della terra» (Mt 5,13); «Voi siete la luce del mondo» (Mt 5,14).

L’immagine del sale è nota perché contenuta nel «Discorso della montagna», tuttavia in se stessa è di sicuro meno intelligibile di quella della luce. La metafora della luce si trova ovunque, quella del sale connesso alla terra è in gran parte dovuta agli influssi  esercitati dalla pagine evangelica.

   Il detto sul sale contiene  al suo interno una contrapposizione più forte di quella della luce;  in relazione a quest’ultima non si allude a un suo affievolimento e tanto meno a una sua estinzione, ci si richiama semplicemente a non mettere la lampada sotto il moggio; nel caso del sale si introduce invece la paradossale possibilità che esso perda il proprio sapore; nel caso ciò avvenisse non resterebbe che gettarlo via (cf. Mt 5,13). Tutti hanno l’esperienza di una luce che a poco a poco si spegne, mentre nessuno si è imbattuto in un sale che ha perso il proprio sapore.

    La simbologia legata al sale è molteplice, infatti questa sostanza è dotata di vari usi. Limitiamoci al fatto che il sale insaporisce i cibi. Dà gusto agli altri, mentre, se assunto in modo diretto, è pessimo al palato. La lampada è accesa non già per essere vista ma per far vedere. Se si guarda direttamente la fonte luminosa gli occhi rimangono abbagliati per eccesso di vigore. Analogamente il sale dà sapore, mentre in se stesso è immangiabile. Esso svolge una funzione positiva solo nella misura in cui si disperde; per il sale donare sapore agli alimenti comporta la perdita della propria identità. Per svolgere la sua funzione deve rinunciare a se stesso. Quando si mangia ci si accorge del ruolo svolto dal sale in pratica solo allorché un cibo è troppo salato o, al contrario, decisamente insipido, mentre se il sapore è equilibrato si pensa a quel determinato alimento. Il sale raggiunge pienamente il proprio scopo quando ci si dimentica della sua presenza. In questo senso è metafora di un servizio autentico prestato agli altri. La sua azione è paragonabile a quella delle scarpe; ci si rende conto di calzarle quando sono o troppo strette o troppo larghe, mentre ci si dimentica di averle ai piedi allorché svolgono in modo confortevole il loro compito.

   L’irrealistica immagine di un sale divenuto insipido cosa sta dunque a significare? Semplicemente la presenza di un sale che non sala. Ciò avviene non tanto perché esso abbia perso la sua qualità intrinseca, quanto perché si è rifiutato di mescolarsi con l’«altro da sé». Il sale insipido è quello che ha voluto salvaguardare se stesso non donandosi agli altri. Qui non c’è alcuna salvaguardia della propria identità. L’uso della simbologia presente nel «Discorso della montagna» sembra accostarsi a un’altra celebre immagine proposta dal vangelo, quella del lievito; pure quest’ultimo è una realtà sgradevole in se stessa ma capace di donare leggerezza e fragranza alla farina con cui si mescola (cf. Mt 13,33). L’affermare «voi siete il sale della terra» è tutt’altra cosa che dichiarare che noi lo siamo. Si tratta di una qualità indicabile solo da una voce esterna; se ci si autoproclamasse tal si diverrebbe ipso facto sale insipido. Quel «noi» impedisce di sciogliersi nell’altro. Quando si sentono es

pressioni del tipo «noi cristiani siamo il sale della terra» sorge il fondato sospetto che si è in procinto di diventare sale incapace di salare.

   Si è chiamati sale per quel tanto in cui partecipiamo alla vita altrui e, per così dire, ci sciogliamo in essa. Tuttavia, va detto che l’immagine non corrisponde pienamente alla dinamica dell’incontro; a far sì che si sia sale non è tanto una qualità posseduta in partenza quanto l’atto stesso di condividere la vita altrui. Il sale si scioglie, mentre nelle relazioni autentiche è il partecipare a esse – vale a dire l’atto stesso di sciogliersi – a trasformarci in sale. La scelta di condividere reciprocamente qualcosa delle proprie vite ci trasforma.

Piero Stefani

588 – Il sale della terra (13.11.2016)ultima modifica: 2016-11-12T08:00:09+01:00da piero-stefani
Reposta per primo quest’articolo