530 – Benedici il Signore, respiro mio (12.07.2015)

Il pensiero della settimana n. 530

 Benedici il Signore, respiro mio.

 Premessa

All’inizio della pausa estivo il saluto e l’augurio vi saranno dati non con parole mie, ma con quelle ben più alte di un salmo. Saranno proposte così, senza commento. Davvero senza commento? Ogni traduzione, come è ben noto, è in se stessa già una forma di interpretazione. Perciò questa mia versione è già di per sé un piccolo commento.

Piero Stefani

 Salmo 104

 Benedici il Signore, respiro mio.
Signore mio Dio quando sei grande,
le tue vesti sono bellezza e maestà.
Si avvolge in un mantello di luce,
come un telo dispiega i cieli,
per erigere sulle acque le sue eccelse dimore,
trasforma le nubi nel suo carro
per procedere sulle ali del vento,
affida i suoi annunci ai venti,
rende suoi aiutanti le saette di fuoco.
Gettò le fondamenta della terra,
starà salda non vacillerà mai.
Ha posto l’oceano come sua copertura,
le acque si erigono al di sopra dei monti,
dalla tua collera sono messe in fuga,
alla voce del tuo tuono si ritirano in gran fretta,
si inerpicarono sulle montagne e scesero a valle,
verso il luogo che hai stabilito per esse;
hai imposto loro un limite da non oltrepassare,
affinché non tornino a sommergere la terra.
Facesti defluire le sorgenti nei torrenti
che scorrono tra i monti,
là si abbeverano tutti gli animali della campagna
e gli asini selvatici vi estinguono la sete,
gli uccelli del cielo trovano la loro dimora al di sopra di essi,
la loro voce canta tra le fronde.
Dalle sue eccelse dimore abbevera i monti,
la terra si sazia con il frutto delle tue opere.
Fa spuntare l’erba per il bestiame,
i vegetali posti al servizio delle creature umane,
affinché l’uomo faccia uscire cibo dalla terra,
vino per allietare il suo cuore,
olio per rendere luminoso il suo viso
e pane per rinfrancarsi.
Sono ben nutriti gli alberi del Signore,
i cedri del Libano da lui piantati,
là gli uccelli nidificano,
i cipressi sono casa per la cicogna;
le alte montagne sono per i camosci,
le rocce sono riparo per i tassi.
Fece la luna perché ci sia il succedersi delle feste,
il sole a cui è noto l’occidente.
Distende le tenebre, sopraggiunge la notte,
nella quale vagano tutte le bestie della selva;
i leoncelli ruggiscono a caccia di prede
e per cercare da Dio chi divorare.
Sorto il sole si radunano
e si accovacciano nelle loro tane.
L’uomo invece esce per il suo lavoro
e il suo faticare si prolunga fino a sera.
Quanto sono numerose, o Signore, le tue opere!
Tutte compiute con sapienza:
la terra abbonda di quanto ti appartiene.
Ecco il mare grande e impossibile da afferrare,
là ci sono pesci e viventi senza numero,
piccoli e grandi insieme;
lo percorrono le imbarcazioni
e il Leviatano che hai plasmato per trastullarti con lui.
Da te tutti aspettano
che, a suo tempo, tu dia loro cibo:
apri la tua mano ed ecco si saziano di beni,
nascondi il tuo volto e li assale il turbamento;
estingui il tuo soffio, periscono
e ritornano a essere soltanto polvere,
mandi il tuo soffio e sono creati
e rinnovi la faccia della terra.
Per sempre duri la gloria del Signore,
si rallegri il Signore nelle sue creature.
Rivolgi lo sguardo alla terra, essa sussulta,
lambisci i monti, sprigionano fumo.
Eleverò canti al Signore per tutta la mia vita,
inneggerò al mio Dio fino a quanto continuerò a esserci.
Il mio sussurro gli procuri diletto,
io gioirò nel Signore.
Vengano meno i peccatori sulla terra,
e non ci sia domani per i malvagi.
Benedici il Signore, respiro mio.
Alleluyàh. Lodate il Signore.
530 – Benedici il Signore, respiro mio (12.07.2015)ultima modifica: 2015-07-11T10:47:05+02:00da piero-stefani
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